Quello che la vita, nel suo mistero, può far accadere a volte è davvero incredibile. Ci sono cose che accadono senza alcuna spiegazione scientifica e che sembrano davvero guidate da un destino superiore. E’ quello che è successo a una coppia spagnola, storia riportata dal sito Sempre Famìlia. Simone Marchesine e il marito avevano già una figlia di 3 anni e quando hanno saputo di aspettarne un secondo la loro gioia è stata grande. Ma purtroppo il medico aveva per loro pessime notizie. Esaminando il feto, ci si era accorti di un problema che spesso può accadere anche se non in modo così grave: la calotta cranica non era chiusa, si trattava di encefalocele occipitale, agenesia renale, spina bifida e microcefalia. Una diagnosi devastante, una serie di cause che non permettono mai al bambino di sopravvivere una volta nato. Nonostante questo la coppia decide di non abortire: “Per noi non c’era alcun dubbio. Dicevamo sempre che Dio ci aveva dato Lucas e solo Lui ce l’avrebbe tolto. Avevo già sentito il suo cuoricino battere, e anche se non fosse stato così non avremmo avuto il coraggio di effettuare un aborto” racconta la madre. Si decide di procedere con il cesareo alla 38esima settimana per vedere se si può intervenire chirurgicamente sul nascituro. Mesi lunghi di sofferenza, con l’incertezza del futuro, chiedendo a Dio di fare ciò che era meglio per il bambino. In molti le dicevano che era meglio abortire.
SALVATA DAL FIGLIO NEL VENTRE
Poi accade l’imprevisto: tra la 35esima e la 36esima settimana Simone si sente male, una gamba si gonfia in modo anormale, forti dolori. La diagnosi: una trombosi. Ricoverata per l’applicazione di un anticoagulante, vicino all’inguine, e in una arteria molto vicina al cuore. Poi il medico le dice qualcosa di incredibile: “[Il medico] mi ha detto: ‘Il suo bambino l’ha salvata, perché la gravidanza ha esercitato una pressione e ha impedito che il coagulo si spostasse. Nelle sue condizioni, potrebbe essere fatale in qualsiasi momento’”. Impressionante. Se avesse abortito non si sarebbe salvata. E’ stato come se il bambino nel suo ventre, riconoscente per non essere stato ucciso, avesse voluto ringraziare salvando a sua volta la vita della mamma. Per venti giorni la donna deve restare a letto immobile perché il coagulo non si posti: “In quei giorni ho ringraziato tanto Lucas per avermi salvata, e gli ho anche detto quanto lo amavo, pur senza vederlo”. Il 12 maggio, il giorno prima della festa della mamma (una coincidenza?) nasce Lucas. Vivrà solo 26 minuti, una gioia comunque immensa per la famiglia anche se Simone non potrà vederlo perché colpita da forte emorragia e ricoverata nel centro di terapia intensiva: “Mia madre, mia suocera, una mia amica e mio marito mi hanno detto che era bello e perfetto, visibilmente non aveva malformazioni”. Dopo meno di mezz’ora Lucas muore, ma rimane per sempre il segno di Dio nei confronti di questa donna.