Il muro contro muro tra la sindaca Virginia Raggi e la restante parte dei partiti politici in Lazio è sempre più acceso: i rifiuti da Roma a Civitavecchia, come da ordinanza siglata due giorni fa dalla prima cittadina della Capitale, hanno sollevato l’enorme polemica sociale, ambientale e ovviamente anche politica. La chiusura di Colleferro ha gettato la città di Roma nel panico, rimasta praticamente con una sola discarica per lo stoccaggio dei rifiuti e con un’azienda come l’Ama senza Cda da mesi per scontri proprio con la sindaca Raggi; le opposizioni, in primis Salvini giunto ieri a Civitavecchia per protestare contro l’ordinanza del Comune a giunta M5s, contestano alla sindaca di non aver gestito per nulla l’emergenza visto che Colleferro, prima dell’incidente che ha portato alla chiusura immediata della Procura, comunque sarebbe stata chiusa dal 1 gennaio 2020 e una soluzione andava trovata diversi mesi fa. Da qui l’ultimatum della Raggi alla Regione Lazio, “intimando” al Presidente Zingaretti di dover risolvere ora la vicenda, con relativa risposta piccata del Governatore Pd «tocca al sindaco». Oggi l’ultimo tassello dell’emergenza sempre più grave: mentre alla Pisana si proseguiva la discussione sull’emergenza rifiuti in Regione Lazio e nella Capitale, la sindaca Raggi ha fatto un “blitz” insieme ai presidenti dei Municipi della Capitale davanti all’ingresso del Consiglio Regionale.



RIFIUTI ROMA, IRA OPPOSIZIONE CONTRO LA SINDACA RAGGI

«I territori non vogliono l’ennesima discarica su Roma calata dall’alto o addirittura si pensa tra i 10/15 siti di discariche contemporanee»: attacca la Raggi lanciando l’ennesimo ultimatum al Governatore Zingaretti, «Quello che chiediamo che la Regione approvi velocemente il piano rifiuti e che soprattutto, nel frattempo, utilizzi le discariche esistenti e attive in Regione affinché si possa costruire un piano sicuramente integrato ma costruito con i territori. Tre milioni di cittadini non possono essere sistematicamente ignorati». Sempre stamane ma su Facebook la sindaca di Roma aveva lanciato l’allarme «non vogliamo nuove discariche nella nostra città dopo che per 60 anni Roma ha sopportato il sito di Malagrotta, il più grande d’Europa, e visto che ne esistono già altre attive e capienti nel territorio del Lazio. La Regione faccia chiarezza e ascolti la voce dei tre milioni di cittadini romani». Immediata la replica del Pd che tra l’altro si ritrova nell’imbarazzo profondo di arrivare allo scontro con i propri stessi compagni di Governo a livello nazionale: «L’ordinanza della Raggi è totalmente sbagliata nella forma e nel contenuto», riporta il Pd del Lazio in merito alla direttiva sul trasferimento di rifiuti da Roma a Civitavecchia. «Dal punto di vista politico ancora una volta si tenta di scaricare sulle spalle dei civitavecchiesi l’incapacità di chi governa Roma oggi è Virginia Raggi in persona a tentare di sferrare il colpo, provando ad utilizzare Civitavecchia come discarica della capitale. Troviamo assurdo come non si riesca ancora a comprendere che la nostra comunità non è come le altre, da decenni vittima di molteplici servitù ambientali ed energetiche che ne hanno ormai compromesso il quadro sanitario», attaccano ancora i dem locali di Civitavecchia. Durissimo anche il consigliere regionale del Lazio e leader di Energie per l’Italia Stefano Parisi durante l’intervento in Consiglio Regionale, «Il Sindaco di una città importante come Roma non viene a fare propaganda davanti al Consiglio Regionale. Semmai avrebbe dovuto chiedere, tramite vie istituzionali, di essere ascoltata e di far parte di questa discussione sui rifiuti. I vertici istituzionali che usano le Istituzioni in questo modo, fanno allontanare sempre di più le persone dalla politica».

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