Lazio, Campania e Sicilia sono le regioni dove i rifiuti vengono gestiti peggio in Italia. A denunciarlo è stata la Fise Assoambiente, l’associazione delle imprese del trattamento dei rifiuti e bonifica, che commentando la gestione delle tre suddette regioni, parla di “Carenza di un’adeguata impiantistica per il riciclo dei rifiuti, assenza di valorizzazione energetica per quanto non riciclabile, turismo dei rifiuti verso altre Regioni, affidamento eccessivo allo smaltimento in discarica”. L’analisi è stata presentata quest’oggi dalla stessa Assoambiente, come riferisce Tgcom24.it, presso la fiera di Rimini “Ecomondo” sulla green economy, in corso in questi giorni. Nel Lazio, si legge sul report presentato, “vince il turismo dei rifiuti. L’assenza di un’adeguata e moderna impiantistica di riciclo, recupero energetico e smaltimento appare particolarmente evidente”. Il 64% dell’umido raccolto nei cassonetti viene inviato fuori regione, mentre dell’indifferenziato il 36.5% subisce lo stesso trattamento.



RIFIUTI, ASSOAMBIENTE: “CAMPANIA VICINO ALL’EMERGENZA”

“Nei prossimi 6 mesi – denuncia Assoambiente – la capacità residua delle discariche laziali sarà terminata, accentuando ulteriormente lo stato di emergenza”. La peggior raccolta differenziata resta comunque quella della Sicilia, dove solo il 22% dei rifiuti “viene raccolto in modo differenziato, dato più basso a livello nazionale. Anche qui il passaggio negli impianti di trattamento meccanico-biologico è propedeutico, addirittura per il 96% dei quantitativi, al successivo conferimento in discarica. Il recupero di materia resta un’ipotesi residuale”. Non sembrerebbe essere messa meglio la situazione in Campania, dove l’Assoambiente parla di regione “sull’orlo dell’emergenza”, visto che le capacità delle discariche sul territorio si esauriranno nel giro di un paio di mesi. A complicare la situazione campana, l’assenza ddi un efficiente sistema di riciclo, che comporta un’esportazione dei rifiuti pari all’88.5%. “La quasi totalità dei rifiuti indifferenziati – conclude il rapporto – passa dagli impianti di trattamento meccanico-biologico, per poi essere incenerito (nel 73% dei quantitativi) o finire in discarica (circa il 6%)”.

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