Tre giorni dopo la Elezioni Comunali a Roma, una sentenza della Corte Costituzionale interviene sul tema dirimente in campagna elettorale dell’emergenza rifiuti nella Capitale: con la sentenza 189/2021, relatore Maria Rosaria San Giorgio, la Consulta stabilisce che la Regione non può delegare i Comuni le funzioni ad essa attribuite dal codice dell’ambiente.
Dopo mesi di scontro istituzionale e politico tra la sindaca uscente di Roma, Virginia Raggi, e il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la sentenza della Corte Costituzionale sembra convergere sulle tesi del Campidoglio considerando invece erronea la scelta del Lazio di delegare ai territori «né l’approvazione dei progetti degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti provenienti dalla demolizione di automobili e rimorchi e dalla rottamazione di macchinari e apparecchiature deteriorati ed obsoleti e la relativa autorizzazione a realizzare gli impianti né l’approvazione dei progetti di varianti sostanziali in corso di esercizio e relativa autorizzazione alla realizzazione né, infine, l’autorizzazione ad esercitare l’attività di smaltimento e recupero di questi rifiuti».
RIFIUTI ROMA, ORA COSA SUCCEDE?
Viene così dichiarato incostituzionale l’articolo 6 della legge regionale sulla gestione dei rifiuti, in contrasto con il 117 della Costituzione: all’origine della contesa risolta dalla Consulta il caso di due società di autodemolizione di autoveicoli che si erano viste rigettare dal Comune di Roma Capitale la richiesta di autorizzazione ad esercitare l’attività di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi. Contro questa decisione avevano proposto ricorso al Tar Lazio, con l’iter del caso giunto fino alla Corte Costituzionale. Tale principio di incostituzionalità, conclude la Consulta, viene fatto valere dal 29 aprile 2006, data di entrata in vigore del Codice dell’ambiente: con tale codice, «i principi della riforma del titolo V della Costituzione – successiva alla normativa censurata – si sono tradotti in una specifica disciplina del riparto delle funzioni amministrative, rendendo attuale la discrasia della distribuzione delle competenze disposta dalla legge regionale censurata». L’emergenza intanto resta, al di là della contesa istituzionale tra Comune e Regione, e i romani continuano a lamentare l’ingente quantità di rifiuti non smaltiti in diversi quartieri della Capitale: è poi notizia di oggi che la monnezza romana non verrà accolta dalla città di Napoli, come invece aveva “promesso” il sindaco uscente de Magistris alla collega Virginia Raggi. L’annuncio è stato dato oggi dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, che ha pubblicato la nota di Sapna (società dell’igiene urbana della Città Metropolitana di Napoli) che dichiara l’assenza di un accordo con Ama (l’azienda dei rifiuti della Capitale). Dopo l’annuncio di de Magistris sull’accoglimento di 150 tonnellate al giorno di rifiuti romani a Napoli, diversi cittadini della “Terra dei Fuochi” si erano ribellati, parlando di barricate a tutela della città e del territorio campano.