RIFONDAZIONE COMUNISTA RISCHIA DI SPARIRE: “CI TOCCA PAGARE L’IMU TROPPO ALTA..”

Il Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea rischia di chiudere, o quantomeno di ridurre drasticamente la propria attività locale e nazionale: il partito fondato, tra gli altri, da Armando Cossutta, Nichi Vendola e Fausto Bertinotti è in forte difficoltà economica dopo che nelle ultime Legislature non è riuscito ad entrare in Parlamento se non con qualche sparuto parlamentare nel Gruppo Misto. Ora però la denuncia delle forti difficoltà economiche arriva a livello pubblico con la nota pubblicata dal segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Maurizio Acerbo, direttamente sul portale online di Rifondazione.



«Ci tocca pagare ogni anno un’enorme cifra come tassazione Imu per il nostro patrimonio immobiliare di sedi, acquistate grazie alle sottoscrizioni volontarie di militanti e simpatizzanti»: questo il passaggio che ha fatto più discutere del lungo messaggio. In primis, perché quel «ci tocca pagare» è potenzialmente condivisibile da tante altre realtà (politiche e non) e non riguarda una “punizione” dello Stato ma la mancanza di introiti di un partito negli ultimi anni ridotto all’osso. In secondo luogo, davanti all’area politica che da decenni invoca la patrimoniale per risolvere i problemi del fisco fa sorridere vedere la richiesta di Rifondazione Comunista: nel programma elettorale alle ultime Elezioni 2022 chiedeva infatti «più tasse a chi ha tantissimo e meno tasse a chi ha poco. Tassa su grandi ricchezze (con innalzamento di quella di successione) e imposizione fiscale progressiva». Come sottolinea con non poco sarcasmo Giorgio Spaziani Testa (Presidente di Confedilizia) sul sito “NicolaPorro.it”, «com’è questa storia? La patrimoniale va bene per tutti tranne che per voi? Non siete felici di contribuire alla spesa per i servizi ai cittadini, specie più deboli, attraverso il vostro “patrimonio immobiliare”?».



L’APPELLO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA AL PARLAMENTO

Alquanto critica con la posizione di Rifondazione Comunista anche la collega giornalista Hoara Borselli che su Twitter sbotta: «Hai capito quelli del “più tasse sulle grandi ricchezze?”… Rifondazione Comunista si lamenta : “Ci tocca pagare ogni anno un’enorme cifra di Imu per il nostro patrimonio immobiliare”. Le tasse sono belle solo se colpiscono gli altri». Il tema resta comunque dirimente per il partito che fu di Cossutta e Bertinotti: «Per il secondo anno Rifondazione Comunista è stata esclusa dalla possibilità di beneficiare delle risorse del 2×1000 e delle detrazioni sulle sottoscrizioni a favore del partito. Si tratta di un colpo durissimo per il nostro partito e di una palese ingiustizia visto che noi veniamo esclusi mentre formazioni che hanno ottenuto assai meno voti di noi, ma sono dentro i due poli principali, non hanno problemi», si legge nella nota apparsa lo scorso 5 gennaio sul sito di Rifondazione Comunista.



Viene considerata addirittura «antidemocratica» la legge «ingiusta» che porta ad escludere dal godere alcuni benefici i partiti che non hanno eletti in parlamento: «Segnaliamo che da anni votiamo con leggi incostituzionali che penalizzano le liste che non sono interne ai due poli principali. Fino a due anni fa eravamo riusciti a ottenere comunque entrambi i benefici – 2×1000 e detrazioni fiscali – grazie alla norma che prevede che vi possano accedere anche i partiti che possono contare almeno su una componente nel gruppo misto di una delle due camere». Il dito viene puntato contro la giunta per il regolamento del Senato ma anche l’ex Presidente della Camera Roberto Fico, in quanto avrebbero «ristretto arbitrariamente il riconoscimento di nuove componenti parlamentari. Grazie a questo orientamento è diventato di fatto inesigibile per noi il diritto che la legge precedentemente ci riconosceva». Due le “proposte” fatte dal partito diretto da Acerbo: in primis, «consentire l’accesso al 2×1000 a tutti i partiti presenti nel registro e in regola con gli adempimenti. Segnaliamo che invece ci tocca pagare ogni anno un’enorme cifra come tassazione IMU per il nostro patrimonio immobiliare di sedi, acquistate grazie alle sottoscrizioni volontarie di militanti e simpatizzanti». In secondo luogo, Rifondazione Comunista si appella al Parlamento italiano per invertire la rotta e di fatto “salvare” il partito della sinistra europea: «L’articolo 49 della Costituzione imporrebbe di esentare le sedi di partito dall’IMU come si fa per le chiese e l’associazionismo. Il parlamento dovrebbe intervenire per superare questa situazione antidemocratica e garantire a tutti i cittadini la possibilità di sostenere il partito per cui simpatizzano».