Rifondazione Comunista potrebbe sparire. A lanciare l’allarme, attraverso le colonne dell’agenzia di stampa nazionale Adnkronos, è stato il segretario nazionale Maurizio Acerbo, rivolgendo un appello alle forze politiche in Parlamento: “Intervenite a difesa della democrazia e di uno dei pochi partiti, intesi in senso tradizionale, presenti in Italia, oltre che uno dei più antichi con i nostri 31 anni di storia”. Ad aggravare la situazione è stata l’esclusione per il secondo anno consecutivo di Rifondazione Comunista dalla chance di godere delle risorse del 2×1000 e delle detrazioni sulle sottoscrizioni a favore del partito.
“Un danno davvero grosso – ha proseguito Acerbo –, visto che le nostre entrate arrivano dalle tessere degli iscritti, dalle sottoscrizioni e dal ricavato di iniziative di autofinanziamento. Non prendiamo finanziamenti da grandi imprese e non è che non li prendiamo oggi che siamo extraparlamentari: non li prendevamo nemmeno quando eravamo all’8%. Perdere per due anni di seguito il 2×1000 è un enorme danno per noi, che ci costringerà a mettere a rischio la nostra presenza sul territorio”.
RIFONDAZIONE COMUNISTA PERDE IL 2×1000 E RISCHIA DI SCOMPARIRE
Rifondazione Comunista – ha asserito Acerbo ad Adnkronos – adesso vuole sensibilizzare il Parlamento rispetto alla “necessità di una normativa che sia costituzionalmente orientata. Se i partiti, secondo l’articolo 49 della Costituzione, sono lo strumento attraverso cui i cittadini partecipano alla politica nazionale, allora bisognerebbe superare l’attuale discriminazione di una legge che esclude i partiti che non hanno eletti in parlamento”.
Come si legge nella nota d’agenzia, fino a due anni fa Prc aveva ottenuto comunque 2×1000 e detrazioni, essendoci la possibilità della componente nel gruppo misto, ma poi è giunta la determinazione, prima della giunta per il regolamento del Senato e poi del presidente della Camera, di restringere il riconoscimento di nuove componenti parlamentari e così “è diventato di fatto inesigibile per Rifondazione il diritto che la legge precedentemente riconosceva”. Acerbo, che sta organizzando una campagna di autofinanziamento per superare tale impasse, ha chiosato: “Dato che sono i cittadini a decidere a chi destinarlo, il 2×1000 non toglie niente a nessuno, credo allora che le forze politiche presenti in Parlamento debbano intervenire per correggere la norma e prevedere un accesso più largo”.