Arriva il via libera alla cosiddetta “Riforma anziani”, una legge sulle “politiche in favore delle persone anziane”, che come ricorda IlSole24Ore, rappresenta la prima riforma complessiva sull’assistenza agli over 65, e in particolare sulla non autosufficienza, che oggi riguarda ben 3,8 milioni di anziani in Italia, destinati a diventare 5 milioni entro il 2030. Più di un miliardo i fondi messi in campo, con 500 milioni destinati subito al provvedimento-bandiera da sperimentare su una platea mini di 25mila ultra 80enni non autosufficienti, con l’obiettivo poi di estendere la misura a tutti gli over 65 che rientrano nella categoria.
«Iniziamo a dare certezza agli anziani in termini di miglioramento della qualità di vita, di possibilità di scongiurare la solitudine, di semplificare l’accesso ai servizi – ha spiegato, come si legge sul IlSole24Ore, la viceministra al Lavoro e Politiche sociali Maria Teresa Bellucci che ha coordinato i lavori insieme al ministero della Salute -. Gli anziani sono la parte essenziale della nostra società, hanno fondato la nazione e il Governo gli esprime gratitudine attraverso questa riforma, promuovendola nel tempo».
RIFORMA ANZIANI AL VIA: L’ASSEGNO DI ASSISTENZA
La prima grande novità della riforma degli anziani è quella della “prestazione universale”, che riguarderà appunto i suddetti 25mila non autosufficienti gravissimi, con Isee sotto i 6 mila euro. Sarà caratterizzata da un assegno di assistenza da 850 euro al mese che andrà a sommarsi all’indennità di accompagnamento, per un totale di circa 1.380 euro mensili.
La sperimentazione partirà solo dal prossimo gennaio 2025 e si concluderà nel 2026, e mira a sostenere l’assistenza a casa dell’anziano fragile. Nel caso in cui l’assegno non dovesse essere speso, lo stesso sarà revocato, di modo da essere destinato alla retribuzione delle badanti o per imprese di servizi. Le altre misure previste dalla riforma anziani sono una integrazione socio-sanitaria e un’assistenza a domicilio dell’anziano attraverso i PUA, i punti unici di accesso nelle case di comunità.
RIFORMA ANZIANI AL VIA: STOP ALLA BUROCRAZIA
“Stop ai ghirigori burocratici”, sottolinea il quotidiano IlSole24Ore, precisando che: “una valutazione multidimensionale unificata, informatizzata e “scientificamente validata” per l’accertamento della non autosufficienza, consentirà di mettere a terra un progetto di assistenza individuale integrata (Pai), in cui la telemedicina dovrà svolgere un ruolo di prim’attore”.
La riforma è approdata in consiglio dei ministri senza l’Intesa in Conferenza Unificata, dopo che i governatori di centrosinistra chiedevano fondi in più, nonché contro il tentativo del Mef di alzare la soglia di accesso ai servizi dai 65 ai 70 anni. Fortunatamente è giunta la mediazione allo scadere: «resta ferma – si legge nel comma 2 aggiunto all’articolo 2 dello stesso decreto – la messa in sicurezza della disciplina su prestazioni, interventi e servizi assistenziali nell’ambito dell’offerta integrata dei servizi socio-sanitari in favore di persone non autosufficienti già prevista a legislazione vigente». La riforma anziani prevederà un primo slot da 500 milioni di euro, più altri 250 per il 2025 e altri 350 dal 2026.