L’ex sostituto procuratore del pool antimafia Alfonso Sabella è una vera e propria furia contro la riforma Cartabia che sta tenendo banco nella discussione politica da giorni. Dopo l’accordo ricevuto in Consiglio dei Ministri, il magistrato agrigentino non usa mezzi termini sulla riforma della giustizia nel corso dell’intervento alla trasmissione televisiva Omnibus, in onda su La7. Secondo Sabella “la riforma della giustizia sembra scritta da persone che non hanno mai buttato sangue nelle aule“. Un vero e proprio attacco alla ministra Marta Cartabia, colpevole di non aver mai interpellato chi, in aula, ci vive e lotta ogni giorno.
Secondo il magistrato infatti chi ha scritto la riforma non conosce i problemi reali della giustizia italiana: “Sono ottimi docenti, ottimi avvocati e ottimi professori universitari ad averla scritta, ma gli avvocati e i magistrati considerati di serie B, quelli che stanno tutti i giorni nelle aule di giustizia non sono stati coinvolti. Loro sì che conoscono le problematiche reali”. Senza girarci più di tanto attorno, Sabella punta il dito contro la riforma perché frutto di giochi politici che non dovrebbero riguardare un campo tanto delicato come quello della giustizia: “Che ci sia in atto una questione meramente politica è evidente”.
RIFORMA CARTABIA, L’ATTACCO DI ALFONSO SABELLA
Il magistrato, nel corso dell’intervento a Omnibus, ha spiegato il perché del no netto alla riforma: “Noi ci stiamo arrotolando da giorni su l’aspetto che riguarda la prescrizione, ma finalmente bisognerebbe dire la verità ai cittadini, cosa fin qui non fatta. La riforma Bonafede prevedeva l’imputato a vita, una forma che ritengo mostruosa. La nuova riforma ha però messo la pezza peggiore del buco, perché ha creato una figura anomala che non colpevole, condannata, processabile o innocente. Avevamo l’occasione d’oro con i soldi del Recovery, potevamo mettere seriamente mano alla giustizia.
“Sono stanco di occuparmi di stupidaggini che non vanno mai a sentenza, in Italia è tutto reato” ha sbottato Sabella, che poi ha proseguito: “Vorrei capire quali sono le logiche della politica. Ad esempio la Lega chiede una cosa e poi firma il referendum sulla cosa opposta. La giustizia è una questione troppo delicata per farla oggetto di scambi e mediazioni politiche”. Poi il pensiero sulla ministra Marta Cartabia, stimata nel suo lavoro ma ammonita per il progetto di giustizia avanzato: “La ministra Cartabia è una giurista molto brava e attenta, deve capire che questa riforma è stata determinata in qualche modo da un indotto sonno della ragione che ha generato dei mostri”.