L’ATTACCO DI TARFUSSER CONTRO I GIUDICI ITALIANI

«Sono tornato in un medioevo giudiziario»: parla senza mezzi termini il giudice Cuno Tarfusser, di ritorno in Italia dopo 11 anni di magistrato presso la Corte Penale Internazionale. Intervistato da “Libero Quotidiano”, il giudice altoatesino non si capacita del fatto che dopo così tanti anni nulla sia mutato nel mondo della giustizia italiana.



«Io non sono contro i miei colleghi magistrati e non sono catalogabile politicamente. Io sono contro la magistratura associata dominata da quei patogeni chiamati “correnti”», per Tarfusser tali correnti sarebbe meglio chiamarle «sette» in quanto «da quando sono tornato ne sono stato violentemente emarginato». Troppo autonomo e indipendente, si ritiene il magistrato “scartato” dal Csm per ben 9 concorsi a cui aveva presentato ufficiale domanda: «Emarginato e perseguitato: Sono stato rivoltato come un calzino. Quello che ritenevo impossibile, ovvero la persecuzione giudiziaria, l’ho subita sulla mia pelle. In vista del mio rientro in Italia i miei colleghi hanno aperto un’indagine a mio carico, durata due anni e mezzo, fondata sul nulla che ha prodotto un dossier di undicimila pagine». Secondo Cuno Jacob Tarfusser diversi altri magistrati lo odierebbero perché lui da anni professa il “mantra” secondo cui fare il magistrato «significa rendere un servizio più che esercitare un potere». Secondo l’ex CPI «I magistrati sono tendenzialmente convinti di essere una categoria superiore, di avere sempre ragione. Questo perché sono loro che decidono qualsiasi questione sottoposta al loro giudizio. I miei colleghi impazziscono quando io dico che noi siamo al servizio dei cittadini e che, mutuando l’esempio dalla ristorazione, sono questi a essere seduti al tavolo, mentre noi, opera- tori della giustizia, siamo cuochi, camerieri, lavapiatti e baristi».



L’EX CORTE PENALE: “RIFORMA CARTABIA SERVE SOLO A OTTENERE PNRR”

Per l’ex giudice di Bolzano e della Corte Penale Internazionale appaiono quasi ridicoli quei magistrati che si contorcono per richiamare piccoli interessi personali: «Il nostro sistema si basa tutto su Regi Decreti firmati dal Re e da Mussolini. Ma vi pare normale che in quasi ottant’anni di Repubblica questo Paese non sia riuscito a dar- si un sistema giudiziario repubblicano?».

Tarfusser giudica tanto gli ultimi Referendum abortiti dalla mancanza di quorum e la stessa Riforma Cartabia come quasi completamente inutili: «la riforma non serve quasi a nulla, se non a ottenere i fondi del PNRR. L’assurdità del dibattito è che ogni cosa viene sempre parametrata sull’eccezione, mai sulla regola. Come in un ospedale non ci sono solo trapianti di cuore, ma la maggior parte del lavoro è di ordinaria amministrazione, così nei tribunali i magistrati non si occupano solo di mafiosi e di politici corrotti come potrebbe sembrare sentendo i dibattiti». Secondo il magistrato chiamato a suo tempo dal Ministro della Giustizia Mastella per provare a cambiare davvero radicalmente il mondo giudiziario italiano – non se ne fece nulla, racconta ancora a “Libero” dopo le inchieste che portarono alle dimissioni dello stesso leader democristiano – ad oggi il 95% del lavoro di ogni ufficio giudiziario è sostanziale quotidiana amministrazione: «magistratura associata e politica, la prima per spirito di conservazione, la seconda per ignoranza, discutono di improbabili e inutili riforme quando la quotidianità negli uffici è fatta di riti spesso inutili che, se razionalizzati, costituirebbero di per sé una vera e utile riforma della giustizia».