In senato la nuova riforma criptovalute 2022 prende forma nel disegno di legge n. 2572, che contiene una prima bozza di regolamentazione delle valute virtuali.

Riforma criptovalute 2022: verso una nuova regolamentazione

Il trattamento fiscale dei contribuenti fino a questo motivo è stata una vera e propria giungla, ed era attesa una riforma criptovalute 2022. Una giungla che tuttavia estesa più o meno a tutti i paesi del globo tranne alcuni che si sono già attrezzati per regolamentare le valute virtuali: in Svizzera ad esempio le criptovalute non sono tassate, così come i crediti derivanti dall’estero. L’azzeramento del capital gain è esteso anche a Panama e a Singapore. Recentemente anche il Quait si colloca all’interno dei paradisi fiscali con una tassazione pari a zero.
In Italia invece la situazione era molto diversa: sostanzialmente tassazione delle criptovalute, si applica va quando si detenevano valute virtuali per un controvalore superiore ai 51645,69 euro (equivalenti ai 100 milioni delle vecchie lire), per almeno 7 giorni lavorativi continuativi nello stesso anno fiscale. Questo ha portato i trader più scaltri a fare operazione intraday, con acquisto e vendita delle stesse criptovalute per un periodo inferiore ai 7 giorni lavorativi indicati dalla normativa.



Riforma criptovalute 2022: cosa prevede il nuovo disegno di legge

Secondo la nuova riforma delle criptovalute 2022 tutto ciò avrebbe superato applicando la tassazione una volta superati i €15000 nel periodo di imposta annuale.
Sotto questa cifra non è obbligatorio quindi dichiararlo punto la normativa non prevede lo sconto delle imposte ivafe relativa i crediti derivanti dall’estero come molti temevano perché le criptovalute, benché equiparate a valuta estera, sono considerate qualcosa di diverso. Il concetto di Estro infatti implica che queste siano utilizzate prevalentemente in un determinato stato ma così non è. Che criptovaluta è in sostanza non sono la moneta sovrana di nessuno stato e quindi non possono equiparate ad una valuta estera.



È importante precisare che l’obbligo di monitoraggio deve considerare il costo o il valore di acquisto della criptovaluta, quindi se ad esempio al primo gennaio 2022 si acquistassero €2000 in Bitcoin viene inserito non la quantità di Btc, ma i soldi spesi in euro o in dollari per acquistarli.

Inoltre viene prevista una norma transitoria di rideterminazione dei valori al primo gennaio 2022, con un’imposta sostitutiva per scaglioni. Tuttavia quest’imposta richiede una perizia giurata. Sulla base di ciò, i contribuenti che effettueranno questa rideterminazione, saranno premiati con l’esenzione del pagamento delle sanzioni per l’immissione degli obblighi relativi al monitoraggio fiscale degli anni precedenti.