È in corso in questi giorni la discussione sulla riforma del calcio italiano, con le diverse componenti del sistema che saranno chiamate a giudicare le proposte dell’assemblea federale il prossimo 11 marzo. Il dibattito, come riportato da Il Sole 24 Ore, si concentra soprattutto sul format dei campionati professionistici, sul numero delle squadre partecipanti, sugli interventi infrastrutturali e sulla fiscalità. L’obiettivo principale in tal senso è aumentare i ricavi del comparto e ridistribuirli nel modo più equo. Inoltre, è da capire come le singole Leghe agiranno nell’ecosistema.



Le conseguenze delle scelte cadranno anche nel mondo del dilettantismo, il cui perimetro andrà ridefinito, e anche sui vivai, che dovranno essere rimpolpati, dato che finora hanno contribuito poco alla crescita del settore. I club di ogni categoria, da parte loro, sono gli spettatori più interessati, essendo i soggetti che hanno sofferto di più in questi anni. Nelle ultime quattro stagioni, le società hanno registrato perdite superiori ai 4 miliardi di euro a causa delle chiusure dovute alla pandemia di Covid-19 e agli alti costi da sostenere. 



Riforma del calcio, cambiamenti andranno approvati l’11 febbraio: l’idea

Il campionato che dovrebbe subire le maggiori modifiche con la riforma del calcio italiano, secondo le previsioni, è la Serie C, attualmente a 60 squadre. Una decina di anni fa erano addirittura 90. La volontà è di una netta riduzione, dato l’insostenibile peso finanziario derivante dai pochi introiti e dagli enormi costi. In media la categoria incassa 3 milioni e ne spende 5 milioni. È da capire però come non sovraccaricare la Serie D. 

Per quel che concerne la Serie B, invece, l’ambizione è quello di evitare che continui ad essere un mero campionato di passaggio. “La struttura ci vede ultimi nel mondo dal punto di vista del turnover ma soprattutto da una asimmetria che crea squilibrio tra squadre promosse e retrocesse”, ha sottolineato Mauro Balata. Tutto, ad ogni modo, dipenderà dal futuro della Serie A, che dovrebbe passare a 18 o 16 squadre. La riduzione farebbe sicuramente comodo alle 4-5 big, ma i club minori si oppongono. È da capire chi avrà la meglio in questa spaccatura.