Dinanzi alla proposta – morta in culla – della SuperLega sono stati in tanti a puntare il dito contro quella che, a detta dei critici, avrebbe avuto l’effetto di uccidere il romanticismo e snaturare il calcio per come l’abbiamo conosciuto. Un articolo de “Il Giornale”, però, si è divertito ad elencare tutte le rivoluzioni che il calcio ha subito o ha rischiato di vivere, lasciando intendere come spesso e volentieri la contemporaneità fatichi anche a percepire il buon senso di un cambiamento. Emblematico il caso dell’introduzione del secondo portiere in un calcio che all’epoca viveva senza panchinari. Addirittura iconico il commento del portiere Pizzaballa, che disse: “Non andremo più in campo tranquilli sapendo di avere alle spalle un collega pronto a rubarti il posto al primo errore“. Eppure sono tante le cose che del calcio delle origini sono state modificate, senza per questo privarlo del titolo di sport più amato al mondo. Si pensi ai numeri dall’uno all’undici sulle maglie, ai due punti per vittoria, al passaggio indietro che i portieri potevano raccogliere con le mani, ai pali quadrati eliminati, alle maglie senza nome…
RIFORMA DEL CALCIO, LE PROPOSTE CHOC
I tradizionalisti possono consolarsi pensando alle tante proposte non andate in porto, molte delle quali davvero avrebbero rivoluzionato il gioco. Van Basten, ad esempio, chiese in tempi non sospetti l’abolizione del fuorigioco. Beckenbauer si spinse a proporre di giocare in 10 contro 10 o a dare punti ai gol segnati invece che alle vittorie e ai pareggi. Un signore di nome Pelè, invece, propose di battere le rimesse laterali con i piedi e di eliminare le barriere dalle punizioni, “che sono un’aberrazione“. Di più: insieme all’allenatore dei Cosmos, Julio Mazzei, ricorda Il Giornale “propose di dividere la partita invece che nei tradizionali due tempi di 45 minuti in quattro tempi da venticinque, cioè 100 minuti di gioco al posto dei soliti 90. Per garantire allo sponsor, come fanno gli americani, spazi per pubblicizzare la bottega“. Niente male neanche la proposta dell’ex capo del calcio, Sepp Blatter: “Allarghiamo i pali delle porte e alziamo la traversa“. E poi: via gli inni nazionali per evitare disordini in salsa sovranista. Ma anche “se c’è parità si vada ai rigori“. Sui tiri dal dischetto si abbatté anche la tagliola del presidente dell’Uefa Johansson, che pensò così al Golden Gol nei supplementari (costato all’Italia un campionato europeo).
All’International Board della Fifa, prosegue Il Giornale, “cioè i custodi del Calcio che tanto si sono indignati per la sovversiva Superlega, ne hanno inventate di ogni tipo: dalla proposta di sostituire i rigori dopo i supplementari con una punizione dal limite senza barriera al rigore corto con dischetto a 9 metri; dal doppio arbitro in campo all’arbitro elettronico che tutto vede e tutto sa; dal corner corto alle punizioni sempre dirette. E via i supplementari: cioè partita e subito rigori“. Insomma, le proposte choc per rivoluzionare il calcio sono state tantissime. A ben vedere, rispetto a molte di queste, quella della SuperLega rappresentava quasi un’opzione conservatrice…