Mentre a livello parlamentare pare appena cominciata la “sfida” tra Centrodestra e maggioranza Csx sulla legge delega fiscale, la riforma del catasto prende “corpo” dopo le ultime analisi poste dalla commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria.
Dalle banche dati agli atti notarili, dai controlli agli accessi fino agli istituti assicurativi: le novità sulla riforma partorita dal Governo Draghi sono diverse, sempre in attesa di capire cosa potrà cambiare dopo la “battaglia” lanciata dalla Lega in Parlamento. Il Premier Draghi ha sempre ribadito che la riforma avverrà a due “binari” e senza alcuna varianza di reddito: il Carroccio punta però a ottenere una redistribuzione del carico fiscale sul fronte immobiliare, adeguando le rendite senza per questo fa crescere l’importo della tassazione sugli immobili stessi. Come spiega il focus del “Corriere della Sera”, «Il testo della commissione offre uno spunto sul futuro del sistema fiscale, sempre più legato al digitale in modo da ampliare i soggetti a cui garantire l’accesso o gestire l’amministrazione finanziaria». La commissione ha poi suggerito una sorta di “banca centralizzata” per contenere tutti gli atti notarili ai fine dell’antiriciclaggio (escludendo così la stipula-truffa con professionisti fuori dall’ordine).
LA ALTRE NOVITÀ DELLA RIFORMA CATASTO
Il Parlamento ha poi chiesto al Governo di inserire nella riforma del catasto l’impedimento ad atti solamente automatizzati dell’Agenzia delle Entrate: serve sempre «l’intervento umano» in quanto materia delicata e rigorosa. Non solo, la commissione sulla legge delega ha suggerito il passaggio della consultazione dei dati tramite accesso indiretto (ovvero passando dall’Agenzia); per la riscossione dei tributi invece si è suggerito di «garantire alle società incaricate una consultazione gratuita dei servizi Siatel». Da ultimo, spiega ancora l’approfondimento del “CorSera” sulla riforma del catasto, il nodo assicurazioni: viene chiesto di consentire l’accesso all’anagrafe nazionale della popolazione «almeno la parte relativa ai cittadini residenti, anche agli istituti assicurativi con l’intento di mettere in luce le cosiddette “polizze vita dormienti”, ovvero che non sono incassate dai beneficiari e giacenti presso le imprese in attesa di prescrizione».