Una delle cose che caratterizza la problematicità dell’Islam è l’interpretazione: scritta come è scritto infatti quasi tutto il Corano si presta a letture differenti per gli stessi passaggi. Non esistendo poi una autorità unica guida, come per i cattolici il papa, ogni Imam può dire la sua, esistono infatti numerosissime correnti di pensiero ognuna delle quali applica leggi islamiche differenti, ad esempio nella sharia. Lo abbiamo visto con l’Isis e lo vediamo anche nei vari paesi arabi dove poi esiste anche una scissione secolare, tra sciiti e sunniti che si fanno la guerra tra loro (l’Iran sciita ad esempio).



La versione considerata peggiore è quella che domina l’Arabia Saudita dal 18esimo secolo e che segue gli insegnamenti di Mohammed ben Abdelwahhab, predicatore saudita che ha costituito il cosiddetto wahhabismo, una interpretazione durissima e punitiva dell’Islam: lapidazione, flagellazione, uccisione di apostati e omosessuali. Tra l’altro il wahhabismo è anche accusato di essere sostenitore e finanziatore dei vari gruppi islamici fondamentalisti come al Qaeda. E’ per questo che una intervista trasmessa lo scorso 27 aprile, come riporta l’Agenzia Asia News, al principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman (che di fatto detiene già il potere) al canale “Al-Arabiya” ha destato la sorpresa e lo shock del mondo islamico, in particolare quello saudita. Il principe infatti ha detto che è ora di cambiare il modo “di interpretare” il Corano, non più secondo i dettami del passato, ma in modo “moderno e attuale”.



L’ARABIA SAUDITA SCEGLIE IL CORANISMO?

Uno sconvolgimento. In sostanza ha parlato della moderazione nell’applicazione delle leggi islamiche, rimettendo in causa il wahhabismo stesso. Per compiere ciò, secondo Mbs occorre riformare l’islam e rivedere le fonti delle legislazioni religiose. Anche in tempi recenti molti intellettuali sono stati incarcerati o uccisi perché proponevano le stesse cose. “Non ci dovrebbe essere mai una punizione legata a una questione religiosa, a meno che non ci sia una stipulazione coranica chiara, e questa sanzione sarebbe applicata secondo la maniera in cui è stata applicata dal Profeta”. In tal caso, secondo questo criterio, non restano che il 10% delle hadith valide, che sono quelle convergenti con il Corano. Inoltre, alcune leggi islamiche andrebbero a sparire, quali la lapidazione, la flagellazione, l’amputazione delle mani ai ladri, come pure le leggi del diritto penale islamico, quali la messa a morte dell’apostata e dell’omosessuale. Le parole del principe saudita sarebbero un cambiamento storico, che rivoluzionerebbe tutto l’Islam e farebbe cadere le argomentazioni dei gruppi radicali cosiddetti islamisti: “Per esempio, 100 anni fa, quando un erudito emetteva una fatwa, non sapeva che la terra è rotonda e non conosceva i continenti e la tecnologia, ecc… Questa fatwa sarebbe dunque basata sulle informazioni allora disponibili, come pure la loro comprensione del Corano e della Sunna, ma queste cose cambiano col tempo e al presente sono diverse” ha aggiunto. Cosa abbia spinto il personaggio a queste dichiarazioni, ricordiamo che è implicato in affari poco chiari come l’eliminazione del giornalista saudita avvenuta nell’ambasciata araba in Turchia, non è dato sapere. Al momento non i registrano dichiarazioni per parole che sarebbero state considerate blasfeme dette da chiunque altro.