L’Italia potrebbe essere sospesa dal Comitato Olimpico Internazionale se la riforma dello Sport non venisse approvata in tempi brevi. Come riferisce l’Agi in data 5 agosto, il ministro Vincenzo Spadafora ha presentato il testo della suddetta riforma che è stato però bloccato dai suoi colleghi di partito del Movimento 5 Stelle. A quel punto è dovuto intervenire il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, informando circa i seri provvedimenti che potrebbero essere presi nei confronti dello sport italiano. Una vicenda che va avanti da quasi due anni: “Sono passati un anno e otto mesi – ha detto ieri, 5 agosto, Malagò in conferenza stampa – è incredibile che siamo ancora in questa situazione, credo che stiamo andando, o forse siamo già andati, in fuorigioco, cioè fuori tempo massimo. Il governo nel 2019 – ha sottolineato – aveva detto che avrebbe risolto tutto entro poco tempo”.
RIFORMA DELLO SPORT IN ALTO MARE, MALAGO’: “SANZIONI SICURE”
“Chiamerò il presidente del Consiglio Conte – ha poi spiegato un arrabbiato Malagò – perché il mondo dello sport è arrabbiato. Se dovesse cadere la legge delega sulla riforma dello sport le conseguenze in termini di sanzioni saranno sicure ed immediate”, ricordando che “per molti Paesi che non hanno applicato la Carta olimpica sapete come è andata”. Il presidente del Coni ha aggiunto che un eventuale provvedimento del Cio sarebbe una sconfitta per il paese ma soprattutto una perdita di credibilità “clamorosa proprio dopo aver avuto fiducia con l’assegnazione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: non stiamo bluffando, stiamo letteralmente scherzando col fuoco”. Le conseguenze potrebbe essere molteplici e disastrose sullo sport, a cominciare dall’esclusione dalle olimpiadi di Tokyo, previste durante questa estate ma rinviate a luglio 2021. L’Italia potrebbe partecipare ma senza bandiera, senza inno, con divise neutre e in caso di vittoria, le medaglie finirebbero nel gruppo degli Independent Olympic Athletes (IOA). Inoltre, potrebbero presenziare ai giochi solamente gli atleti individuali e non quelli che gareggiano negli sport di gruppo come pallavolo, pallanuoto e via discorrendo. A rischio anche le olimpiadi invernali del 20026 di Milano-Cortina, anche se per il momento siamo solo nel campo delle ipotesi.