Come non bastassero le tasse, adesso gli interpelli al fisco che da sempre sono stati gratuiti dovranno essere fatti previa corresponsione di un contributo all’Agenzia delle Entrate. Si tratta di una sorta di tassa sugli interpelli che dovrà essere commisurata anche all’entità della questione che si vuole risolvere.



Riforma fiscale 2023: parlare al fisco costerà caro?

I termini per ottenere una risposta saranno sospesi nel mese di agosto dove gli utenti dovranno necessariamente privilegiare il mezzo delle FAQ per risolvere tutti i loro dubbi. Si prevede anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. La bozza della legge delega per la riforma fiscale dunque rende più caro il dialogo col fisco. Se da un lato il ministro infatti ha annunciato di voler facilitare il rapporto tra i contribuenti e il fisco, dall’altro a posto in essere delle novità che rischiano di porre un freno ai 1000 quesiti che ciascun contribuente coltiva nell’ambito delle proprie vicende personali.



È pur vero che questa strategia mi era contenere l’elevato numero di interpelli che giunge ogni giorno all’amministrazione finanziaria. Infatti nel 2022 le domande da parte dei contribuenti sono state più di 17.000 quantificate in 15.614 delle direzioni generali e 2.1117 di quelle centrali per una media di 50 al giorno, vale a dire 1500 al mese.

L’intervento normativo che mira a introdurre la tassa sugli interpelli è prevista l’articolo 4 della legge delega che interviene per modificare la legge 212/2000 in modo da razionalizzare la disciplina degli interpelli.

Riforma fiscale 2023: la richiesta potrebbe essere ignorata

Non è tutto: se l’Agenzia delle Entrate ha già elaborato documenti in materia, non è esclusa la possibilità che l’interpello venga ignorato e che quindi non seguirà alcuna risposta. L’obiettivo è quello di rafforzare l’attenzione dei contribuenti verso l’utilizzo di mezzi di carattere generale come le FAQ o l’intelligenza artificiale.



In alternative contribuenti dovranno versare una piccola tassa commisurata al valore della questione oggetto dell’istanza e finalizzata alla specializzazione della formazione professionale continua del personale dell’agenzia fiscali.

La sospensione dei termini per gli interpelli nel mese di agosto è invece regolamentata dall’articolo 16 della stessa legge mentre l’articolo 11 prevede la proroga di un mese relativamente agli interpelli posti in essere dai contribuenti nel mese di agosto.

In ultima analisi l’articolo 11 comma 3 estende alle FAQ la valenza interpretativa delle risposte all’interpello anche se non sono fonti di diritto al pari della legge, viene precisato che rendono Nulli gli atti anche a contenuto in positivo sanzionatorio di formi all’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate.