Al Meeting di Rimini si parla oggi di lavoro, mentre continua il dibattito sul salario minimo legale, vista l’insistenza sul punto delle opposizioni, esclusa Italia Viva. Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, ospite dell’incontro “Il lavoro: una vocazione?”, ci spiega che nella maggioranza, “siamo consapevoli che in Italia esista un problema di salari, ma non possiamo ignorare il fatto che le retribuzioni sono basse anche a causa di un cuneo contributivo molto elevato. In Legge di bilancio il Governo ha tagliato del 3% il cuneo fiscale per i redditi fino a 25mila euro. Il taglio è stato elevato al 4% nel decreto Lavoro del 1° maggio, con scadenza a fine 2023, per un totale di circa 8,5-9 miliardi. L’intento del Governo è quello di rendere il taglio del cuneo una misura strutturale. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affidato al Cnel il compito di formulare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero entro sessanta giorni, vedremo gli esiti. Anche se è curioso che la proposta di istituire il salario minimo venga proprio dalle sinistre che hanno governato l’Italia negli ultimi dieci anni: direi che il tempo per approvarlo lo hanno avuto”.
Sta facendo discutere anche l’abolizione del Reddito di cittadinanza. Cosa ne pensa? Come dicono le opposizioni, la maggioranza lascia indietro i più deboli e scarica i problemi sui Comuni?
La posizione del Governo Meloni sul Reddito di cittadinanza è sempre stata chiara: è doveroso che lo Stato sostenga chi non è in condizioni di lavorare, ma per tutti gli altri la soluzione non può essere un sussidio statale, bensì il lavoro. Questo è il messaggio che abbiamo sostenuto anche in campagna elettorale e sulla base del quale abbiamo ricevuto un mandato chiaro da parte degli italiani. La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro. Rientra nei compiti dello Stato facilitare le assunzioni: ad esempio, in legge delega fiscale, il Governo ha legato la revisione dell’Ires alle assunzioni, secondo la formula “più assumi, meno paghi”.
Guardando invece all’economia italiana, il Pil nel secondo trimestre è diminuito dello 0,3% in Italia. Su cosa può puntare il nostro Paese per evitare, come accaduto per esempio alla Germania, di scivolare in una recessione tecnica?
Restiamo ottimisti: i dati del Pil devono essere letti oltre la contingenza del momento e in maniera più sistemica. La flessione registrata nel secondo semestre può ampiamente essere recuperata nei due trimestri successivi, anche grazie alla spinta del turismo.
Pensa che il dato sul Pil sia figlio anche delle scelte di politica monetaria della Bce?
La politica di un continuo aumento dei tassi d’interesse da parte dalla Bce per rallentare l’inflazione è certamente la ricetta che ogni manuale di macroeconomia suggerisce; tuttavia, riteniamo sia utile un grado di approfondimento ulteriore. L’inflazione in Europa è spinta da dinamiche endogene legate all’aumento del costo delle materie prime, e non tanto da un’economia che cresce troppo velocemente. Di conseguenza, una politica di continuo aumento dei tassi rischia di mettere in difficoltà buona parte del tessuto produttivo europeo.
Come diceva poco fa, il Governo nei prossimi mesi dovrà anche attuare la delega sulla riforma fiscale. Da dove si vuole partire? Quale crede sia la priorità su questo fronte?
La riforma è un progetto di cui l’Italia ha bisogno per superare un sistema obsoleto, risalente a oltre mezzo secolo fa. Certezza del diritto e semplificazioni sono i prerequisiti su cui costruire il fisco del futuro, proseguendo la lotta all’evasione fiscale tramite un uso più efficace di banche dati e tecnologie. Puntiamo a ridurre l’Irpef con un addolcimento della curva delle aliquote che, in prospettiva, porterà a un’aliquota unica con l’obiettivo di semplificare, ridurre il prelievo e assicurare equità orizzontale. Lato lavoratore dipendente, intendiamo rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e detassare le tredicesime. Inoltre, prevediamo deduzioni delle spese sostenute per la produzione del reddito (trasporti, formazione…) e stabilizzare la misura sui fringe benefit.
Dove si potranno trovare le risorse per poter abbassare la pressione fiscale nel nostro Paese?
Tra le prime azioni che metteremo in campo ci sarà sicuramente una revisione delle agevolazioni fiscali: oggi abbiamo circa 600 tax expenditures che cubano 156 miliardi. Facendo una revisione attenta, senza intaccare, tra le altre, le detrazioni per gli interessi sui mutui e per le spese sanitarie, è possibile ottenere risorse per realizzare la riforma e abbassare la pressione fiscale nella nostra nazione.
Come risponde alle preoccupazioni di chi ritiene che il Governo e la maggioranza possano favorire l’evasione fiscale o quanto meno non contrastarla adeguatamente?
Uno degli obiettivi principali della legge delega fiscale è quello di favorire il dialogo tra amministrazione finanziaria e contribuente, passando da una logica di sudditanza a un rapporto Stato-cittadino. L’esito di questo approccio dialogante e collaborativo sfocia in due strumenti, il concordato biennale e la compliance, che vanno nella direzione di ridurre il contenzioso. Inoltre, la legge delega fiscale prevede un utilizzo più efficace delle banche dati e della tecnologia, compresa l’Intelligenza Artificiale, per fornire ulteriori strumenti alla lotta contro l’evasione fiscale.
Il Governo ha detto di voler porre particolare attenzione alle famiglie e alla natalità. In quale intervento o misura la vedremo maggiormente esplicitata?
Il tema del sostegno alla natalità e del contrasto all’inverno demografico è stato prioritariamente declinato dal Governo Meloni attraverso l’aumento dell’assegno unico, esteso anche ai redditi da lavoro autonomo, diventato così uno degli strumenti più significativi per il sostegno dei nuclei familiari. Ricordo, inoltre, che nella legge delega fiscale recentemente varata dal Parlamento per la prima volta si introduce il concetto di “stimolare la natalità attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura dei tributi e la riduzione del carico fiscale” (art.2). Questa è la cornice normative nella quale verranno inserite, nei prossimi mesi, diverse misure a sostegno dei giovani, delle famiglie numerose e di quelle monoreddito con figli. Stabilità, certezza, sviluppo, crescita economia in una visione chiara della Nazione sono i principali strumenti che sosterranno la speranza e il futuro delle nostre prossime generazioni.
(Lorenzo Torrisi)
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