Ci sono diverse novità per quanto riguarda la riforma fiscale, in particolare per quanto riguarda il contenzioso tributario. La commissione Finanze del Senato sta, infatti, mettendo a punto un Ddl su temi delicati, come le maggiori tutele al diritto di difesa del contribuente. Stando a quanto anticipato dal Sole 24 Ore, tra queste rientra la possibilità del ricorso in appello per le microliti fino a 3mila euro e l’inversione dell’onere della prova che andrebbe posto a carico dell’amministrazione finanziaria. Ma andiamo con ordine e scopriamo cosa potrebbe cambiare.
In primis, per quanto riguarda l’ipotesi di consentire l’appello anche per le microliti al di sotto dei 3mila euro di valore, si tratta di un modo per garantire l’efficienza della giustizia tributaria senza però ledere gli spazi di difesa del contribuente. Per quanto riguarda, invece, l’onere della prova, non è contribuente che deve raccogliere i dati per difendersi ma l’amministrazione stessa a fornire la documentazione necessaria, reperibile attraverso l’interoperabilità delle banche dati.
RIFORMA FISCALE, DALLA PACE FISCALE AI MAGISTRATI TRIBUTARI
La riforma fiscale del contenzioso tributario si occupa anche di pace fiscale e premialità. Tra i possibili interventi, infatti, ci sono quelli per la premialità fiscale per le giacenze delle liti ormai datate e ancora da definire, una specie di pace fiscale da modificare. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’ipotesi è di introdurre il giudice tributario professionale scelto attraverso concorso così da rendere più semplice lo “smaltimento” del contenzioso in arretrato. Basti pensare che l’anno scorso sono stati 47mila i ricorsi tributari presentati in Cassazione. Si sta anche pensando di intervenire sulle riduzioni di organico che possono poi far inceppare la “macchina” giudiziaria, allungando da 3 a 6 anni i tempi dei contenziosi.
La riforma fiscale, dunque, prevede di mettere a regime 576 magistrati tributari, che però sono considerati pochi visto che la produttività media è di 374 sentenze annue, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Infine, c’è la questione del limite di 70 anni per il pensionamento dei giudici, che potrebbe portare ad una riduzione del personale di 700 unità. Per questo la commissione vorrebbe far slittare il limite, evitando un vuoto di competenze. Si valuta anche un incentivo economico per i magistrati che diventano tributari.