È stata approvata dal Consiglio dei ministri la delega che dovrà portare all’attuazione della riforma fiscale. Volendo dare credito ai contenuti della delega, la riforma sarà mossa da maggiore equità e vorrà dare sostegno alle famiglie e alle imprese.
Nucleo centrale della proposta di riforma dell’Irpef è l’introduzione di un sistema duale di tassazione secondo cui dovrà applicarsi ai redditi da lavoro autonomo e di impresa, esercitati non in forma di società di capitali, la medesima aliquota proporzionale applicata ai soggetti Ires. È un tema non nuovo già proposto qualche anno fa, ma mai entrato a regime, con l’introduzione dell’Iri. Sul punto già avevamo speso qualche parola un anno fa quando avevamo sottolineato che un metodo di tassazione di questo tipo avrebbe introdotto equità nel sistema “posticipando” la “completa” tassazione di questi redditi al momento in cui gli stessi fossero entrati nella sfera personale dei professionisti e/o degli imprenditori. La nuova visione del sistema fiscale in sostanza rimarrebbe ancorato al principio della progressività, ma tenderebbe a rendere più equa la tassazione dei professionisti e degli imprenditori che esercitano la propria attività in forma individuale.
La riforma fiscale, dunque, vuole portare maggiore reddito nelle tasche degli italiani e dare impulso alla nostra economia stimolando i consumi e gli investimenti. Solo la crescita, infatti, potrà consentire di affrontare con consapevolezza, per ridurlo, il debito pubblico che si è accumulato. Va in questa direzione la proposta di ridurre le aliquote medie effettive andando a incidere sugli strappi indotti dai salti di aliquota che oggi caratterizzano la curva Irpef.
Viene come sempre richiamata la lotta alla evasione come fonte di risorse ed è parimenti previsto un intervento in tema di snellimento degli adempimenti da porre in essere per assolvere gli obblighi tributari. In sostanza si ribadisce che bisogna perseguire la lotta all’evasione, ma altrettanto si ribadisce che la burocrazia deve fare un passo indietro. Su quest’ultimo punto dovrà chiarirsi se si immagina un ripensamento dell’attuale versione del fisco telematico che ha un costo per il sistema delle imprese che non viene riconosciuto essendo, al momento, presentato solo come un successo della Agenzia delle Entrate.
Il nuovo disegno fiscale prevede poi un capitolo intero per la “revisione dell’Ires e della tassazione del reddito di impresa”. L’obiettivo annunciato è avvicinare il nostro sistema fiscale a quello europeo. Un passaggio della delega, infatti, dispone che si dovrà riordinare la determinazione del reddito di impresa attraverso la revisione delle variazioni in aumento e diminuzione da apportare al reddito civilistico e ciò “al fine di adeguarla ai mutamenti intervenuti nel sistema economico, anche allineando tendenzialmente tale disciplina a quella vigente nei principali sistemi europei”. L’obiettivo sarà quello di dare risposte alle molte aziende italiane che, “espulse” dal nostro ordinamento tributario, hanno portato la sede fiscale in Olanda. Dobbiamo augurarci, dunque, che la delega trovi contenuti tali da rendere conveniente avere la sede in Italia se è qui che si produce reddito.
Altro tema importante previsto nella delega è quello della revisione dell’attuale sistema delle detrazioni presenti nel quadro RP del modello dichiarativo al fine di limitarle a quelle strettamente utili e di elevato valore sociale: sanitarie, mutui, deduzioni per donazioni verso la ricerca e il Terzo settore in generale.
La parte più divisiva della riforma ovvero la revisione del catasto al momento rimane inespressa. Nella delega, infatti, è scritto che le informazioni che verranno rilevate dalla revisione delle rendite catastali non saranno utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastai (Irpef, Imu e in alcuni casi imposta di registro) per cui rimane da capire come verrà attuata.
Una prima conclusione che si può trarre è che la delega richiesta è ampia e solo il tempo ci dirà quali forze politiche saranno chiamate a riempirla di contenuti. Il Ministro Franco ha ribadito che al momento non è chiaro quanto potrà farsi nella prossima Legge di bilancio per cui per ora il cantiere è avviato, ma è (quasi) certo che non vi saranno nell’immediato novità concrete. Ribadiamo che se non ci sono risorse va dato spazio alla semplificazione.
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