Nel mese di marzo 2023, il governo ha dato il via alla riforma fiscale che ha portato alla modifica degli scaglioni Irpef. la Riforma, è stata anche parzialmente osteggiata da Bruxelles, ma per la sua attuazione necessitava di alcuni decreti attuativi: uno di questi sta per essere varato e riguarda proprio le modifiche legate all’Irpef che porteranno benefici principalmente ai contribuenti con reddito superiore a 15 mila euro.
Riforma fiscale e IRPEF: il governo sta per passare al decreto attuativo
I primi due scaglioni dell’Irpef, secondo le modifiche della manovra appena varata, interessano i redditi fino a 28 mila euro e quelli fino a 15 mila. Questi infatti potrebbero essere accorpati e uniti in un’unica aliquota del 23%. Questo consentirà un risparmio del 2% per i redditi superiori a 15 mila, cioè quelli che rientravano nella seconda fascia.
I redditi superiori a 28 e compresi fino alla soglia di 50 mila euro saranno tassati al 35%, quelli superiori a 50 mila invece saranno tassati al 43%.
I redditi superiori a 15 mila euro sono il 57% dei contribuenti italiani, vale a dire 24 milioni di persone. Saranno dunque questi a beneficiare dello sgravio fiscale annesso all’accorpamento Irpef che è stato concepito originariamente durante il governo Draghi e successivamente attuato da Giorgia Meloni. Invece i redditi bassi potranno risparmiare solo 260 euro all’anno.
Il governo vuole da un lato aumentare le risorse attraverso la riduzione del cuneo fiscale e dall’altro alleggerire il carico fiscale, come spiegato dal viceministro durante un collegamento video all’assemblea di Confindustria Toscana Nord a Pistoia, dove si è discusso del ruolo della fiscalità come motore di crescita e innovazione.
Leo ha sottolineato che le previsioni di crescita sono inferiori rispetto a quelle stimate nel DEF di aprile, attestandosi all’0,8%. Il rapporto deficit/PIL non sarà in linea con le previsioni, ma il viceministro ha ribadito l’impegno a continuare a promuovere le misure previste dal governo nonostante le sfide macroeconomiche.