Mentre ancora non è chiaro quali contenuti avrà il decreto semplificazioni che rappresenterà, dopo quello rilancio, il prossimo passo del Governo per contrastare l’impatto economico del coronavirus, alcuni esponenti della maggioranza pensano già a una riforma fiscale. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un’intervista pubblicata domenica su La Stampa, ha infatti detto: “Serve subito la riforma fiscale, l’evasione ci costa 100 miliardi, la politica abbia il coraggio subito di darle il via”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha immediatamente evidenziato che “quella fiscale sarà uno degli assi portanti del prossimo programma di riforme e investimenti del Governo” e l’altra sera al Tg2 ha detto: “Pagare meno, pagare tutti, sarà una riforma incisiva”. “I tempi sono maturi per una seria riforma fiscale, che con sé porterà un ulteriore abbassamento delle tasse”, ha aggiunto la sua vice Laura Castelli. E anche per Luigi Di Maio “serve una riforma fiscale per ridurre le tasse e semplificare la vita a imprese e famiglie”. Che una riduzione della tasse sia utile al Paese è pacifico e l’ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie Francesco Forte sottolinea che una tale mossa rappresenterebbe «un disincentivo all’evasione e all’elusione, la quale oggi è piuttosto agevole se si trova il modo di versare legalmente le imposte all’estero, in Paesi con regimi fiscali vantaggiosi. Cosa che accade sia negli Stati Uniti che in Europa, dove la rigorista Olanda con le sue norme attrae molte aziende che vi trasferiscono la sede legale anche al fine di pagare meno tasse».



Cosa pensa quindi delle dichiarazioni degli esponenti del Governo?

In Italia il mercato immobiliare è ingessato, lo è anche lo smaltimento delle sofferenze bancarie, in più abbiamo l’Imu che è di fatto una patrimoniale, senza dimenticare la tanto odiata dalle imprese Irap. Bisognerebbe quindi dire cosa si vuol fare con questi tributi, che idee si hanno per l’imposta personale progressiva sul reddito e per la tassazione sugli immobili, non limitarsi a dichiarazioni di principio sulla volontà di fare una riforma fiscale. Io, per esempio, sono convinto che occorra, e lo dicevo già prima del Covid-19, trasformare l’Irap in un contributo sanitario regionale e introdurre gradualmente una flat tax al 20% in modo da non avere un brusco calo del gettito.



In effetti, il problema quando si parla di riduzione delle tasse è proprio quello del mancato gettito.

In Italia le tasse si possono ridurre solo con una copertura di gettito. Per esempio, accompagnando una riduzione di aliquote sensata, da cui si capisca cioè che si recupererà gettito in futuro, con un condono. Oppure si possono ridurre dei tributi che non danno praticamente entrate, come l’imposta di registro del 9% sui trasferimenti di immobili, anche solo limitatamente a quelli commerciali e agli uffici. La cedolare secca sugli affitti del resto ci insegna che è possibile far emergere delle imposte evase abbassando le aliquote. Ciò non toglie che l’indicazione di una copertura è più che mai necessaria in un periodo in cui si stanno erogando molto sussidi che incrementano il debito pubblico. Io resto convinto che sia stato un errore non aumentare l’Iva, o meglio alcune delle sue aliquote.



Quali?

Ritengo un errore il fatto che sui beni importati si applichino le aliquote Iva agevolate. Se non ci fossero si avrebbe anche un incentivo a contrastare l’evasione dato che lo stesso bene, rivenduto sul mercato nazionale con un’aliquota agevolata, come può essere il caso dei generi alimentari, darebbe luogo a un credito Iva, per esigere il quale occorre però regolare fattura. Quindi le riforme fiscali non si fanno solo abbassando le tasse, ma anche adottando delle imposte migliori. In questo senso l’attuale Governo non offre nessuna garanzia, visto che ha varato la plastic tax e la sugar tax e non le ha cancellate nemmeno di fronte alla crisi scatenata dal coronavirus.

Come mai la maggioranza “cavalca” questo argomento proprio adesso? È solo fumo negli occhi dei cittadini?

È chiaro! Questo è un Governo pericolosissimo, anche a livello europeo. Se fossi un Paese del Nord mi chiederei effettivamente se dare risorse a un altro che le distribuisce a pioggia, ma non dove servono veramente, come si sta vedendo in questi giorni. Con un Governo di sciuponi risulta difficile poter essere credibili quando si chiedono dei fondi senza condizionalità. Anche perché tutto questo non aiuta certo il contribuente a versare “volentieri” le tasse visto come viene utilizzato il gettito. L’esecutivo tra l’altro fa storie per un prestito ad Atlantia quando la garanzia servirebbe a realizzare opere che poi rimarrebbero al concedente, cioè allo Stato, e non certo al concessionario. Non è assurdo? Mi sembra un Governo dissennato che blocca gli investimenti, anziché promuoverli come va ripetendo di voler fare da mesi.

(Lorenzo Torrisi)