I colossi digitali diventeranno le spie del fisco. Lo ha deciso il governo di centrodestra nell’ambito dei provvedimenti della nuova riforma fiscale. Il nuovo decreto attuativo firmato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro per gli affari europei, il ministro per il sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e volto a far cassa: si potrebbero recuperare ben 30 miliardi di euro attraverso la regolamentazione dei colossi digitali che, diventerebbero da gennaio 2023 spie del fisco.



Riforma fiscale: come funziona per le vendite online?

Sebbene i cittadini italiani siano obbligati sin da adesso a dichiarare tutti i proventi ottenuti attraverso la vendita di prodotti personali su eBay, Amazon e Uber oltre che Airbnb, booking e tantissimi altri siti web, non tutti lo fanno anche perché lo stato non è in grado di recepire e monitorare le attività di ogni singolo individuo sul web. Eppure il decreto legislativo di attuazione della direttiva duck 7 del 2021/514 agisce in modifica della direttiva 2011/16/UE che è relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale.



Dal primo gennaio 2023 In pratica i colossi digitali comunicheranno al fisco tutti i proventi del singolo individuo in modo da stanare l’evasione fiscale. Il gettito che ne scaturirebbe è stimato in 30 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea.

Riforma fiscale: come verranno “stanati” gli evasori

I gestori dovranno quindi individuare periodicamente i venditori con l’esclusione di Alcune categorie ad esempio Chi ha versato meno di €2000 oppure chi ha facilitato meno di 30 attività pertinenti.

I dati quindi saranno comunicati dai gestori all’Agenzia delle Entrate insieme ai corrispettivi percepiti dagli stessi e al numero di operazioni effettuate.



A questo punto saranno maggiormente attenzionati coloro che svolgono attività di locazione di beni immobili, compresi quelli residenziali e commerciali ad esempio gli appartamenti su Airbnb.

Tutti i siti web comunicheranno i dati dei propri clienti all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio 2024 per le attività dell’anno precedente.