Al centro della riforma fiscale del Governo Meloni e che il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intende far approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri già in occasione della prossima settimana, vi è sicuramente la riduzione della pressione tributaria e un processo di semplificazione in tal senso, riducendo gli scaglioni di reddito previsti dall’Irpef da 4 a 3. In passato, già Mario Draghi aveva ridotto le aliquote, portandole da cinque a quattro, tentando così di rendere gestibile l’imposta principale dello Stato italiano.
Questo è l’obiettivo che intende perseguire anche la Giunta Meloni, assottigliando quanto più possibile le aliquote Irpef, ma sarà necessario andare avanti gradualmente, a piccoli passi, individuando le adeguate coperture finanziarie. In tal senso, si attingerà, ha detto il viceministro Leo, dal novero degli sconti fiscali, che sono attualmente oltre 600 e “cubano circa 156 miliardi di euro. Là si può intervenire, se si fa una revisione attenta si possono trovare le risorse per calibrare meglio le aliquote”.
RIFORMA FISCALE, TAGLIO DELLE ALIQUOTE IRPEF E REVISIONE DI ALCUNI TRIBUTI
Come spiega il quotidiano “Libero”, mettere le mani sull’Irpef non risulta essere un compito affatto agevole, poiché vi sono in ballo 205 miliardi di euro, che rappresentano all’incirca la metà delle entrate tributarie complessive. “Il pacchetto che sarà presentato in Consiglio dei Ministri – si legge nell’articolo – dovrà riordinare tutto il sistema tributario. Non solo Irpef quindi, ma anche interventi sull’Ires, sull’Iva e su altri tributi minori”.
Il viceministro Leo, a proposito di questi ultimi, ha tenuto a sottolineare che “si possono anche eliminare, rendendo più coerente l’ordinamento italiano con le regole dell’Unione europea e internazionali”. Bisognerà inoltre tenere conto del rapporto con i contribuenti, in quanto solo con la logica di collaborazione rimarcata dallo stesso Leo “si può ridurre il tax gap“, che oscilla da 20 anni a questa parte tra i 75 e i 100 miliardi di euro.