RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, L’ANM APPROVA MOZIONE CONGRESSUALE CONTRO LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Il documento finale dell’Anm – Associazione Nazionale Magistrati – si scaglia contro la separazione delle carriere e in generale su gran parte della riforma della Giustizia messa in campo dal Ministro Carlo Nordio. Non è bastato l’intervento distensivo tenuto ieri dal Guardasigilli al congresso del “sindacato” dei magistrati a Palermo, la mozione finale viene approvata e recita duramente «La separazione delle carriere non è funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura».



Addirittura la riforma del Governo Meloni sulla giustizia viene considerata «cattiva» e «dannosa», se non addirittura pericolosa secondo diversi magistrati intervenuti durante il Congresso Anm: secondo una lunga intervista a “La Repubblica”, il magistrato e procuratore di Perugia Raffaele Cantone segue la linea dell’Anm e si scaglia nuovamente contro la riforma Nordio su praticamente tutti gli aspetti che la compongono. «Non si può e non si deve pensare alla responsabilità civile come uno strumento di intimidazione per le toghe, perchè magistrati intimiditi non sarebbero una garanzia per i cittadini sia quando si occupano di corruzione, sia quando indagano su mafia e di terrorismo», attacca l’ex n.1 dell’Anac in risposta alle critiche del Governo alle continue bocciature della magistratura contro il tentativo di riformarla. In quanto alla necessità ribadita dal Guardasigilli di tenere separate le carriere, Cantone non ci sta e si augura che i toni distensivi del Ministro tenuti in questi giorni possano perdurare visto che «non mi sembrano molto compatibili con le osservazioni fatte in altre occasioni»; per il procuratore di Perugia, la separazione delle carriere viene ritenuta «non necessaria né opportuna».



L’INTERVENTO DI NORDIO PER “SMORZARE” I TONI E LA DURA REPLICA DI SANTALUCIA

E sì che la visita con invito del Ministro della Giustizia all’assemblea dell’Anm aveva appunto l’intento di “mitigare” i toni dopo i tanti scontri delle ultime settimane, specie con magistrati indignati contro i contenuti della riforma pronta ad approdare per il passaggio finale in Parlamento. Nel suo discorso d’apertura poi Nordio ha ribadito davanti al 36esimo congresso dell’Associazione dei magistrati che «l’indipendenza della magistratura giudicante e requirente è un principio non negoziabile. Una contiguità col potere esecutivo è inimmaginabile. Resta però il problema della separazione delle carriere».



Il Ministro di ritorno dal G7 della Giustizia ha spiegato come mai vi sognerebbe i entrare in conflitto perenne con i magistrati, essendo stato lui stesso per oltre 35 anni giudice e procuratore: «non siamo nel paese delle meraviglie è anche giusto dire quelli che sono i nostri programmi: definiti dal corpo elettorale che ci ha incaricato per fare delle riforme sulla giustizia». Sul finire Nordio raccoglie l’invito al dialogo e spiega laddove vi siano punti di incontro con il presidente Santalucia è proprio sulla assoluta indipendenza della magistratura, «sia giudicanti che requirenti».

A giudicare però dalle parole usate poi dal n.1 dell’Anm per commentare la riforma Nordio – chiudendo oggi il congresso a Palermo – i toni concilianti del Ministro non sembrano essere stato affatto “colti” da Santalucia: «Quindi al ministro che ci dice che non è in discussione l’indipendenza del pubblico ministero, che il pm del domani da lui disegnato avrà la stessa indipendenza di quello odierno, diciamo: ma se così è, perché toccarlo? Teniamoci l’indipendenza che abbiamo già». I problemi permangono ma c’è ottimismo per il futuro della magistratura sui tempi della giustizia e non solo, conclude Santalucia, «l’interpretazione della legge non può’ arretrare, che la soggezione alla legge non è in discussione e che i magistrati, avendo come interpreti della legge un ampio margine di discrezionalità, devono farsene carico per tutelare anche l’immagine di imparzialità nel momento in cui intervengono nella vita sociale e di relazione».

IN COSA CONSISTE LA PROPOSTA DI NORDIO SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Nello specifico sulla separazione delle carriere (così come sulla limitazione di intercettazioni e trojan) tanto Santalucia quanto Cantone, quanto la maggioranza dell’Anm, lamentano la “pericolosità” della norma e l’assoluta non necessità: la risposta del Ministro Nordio è giunta nel discorso davanti ai tanti giudici presenti a Palermo, ribadendo i contorni della riforma volti a tutelare la giustizia e i cittadini. «La separazione delle carriere era nel programma elettorale ed è un percorso sicuramente lungo perché richiede una revisione costituzionale che sarà fatta nel principio della dichiarazione di Bordeaux», spiega il Guardasigilli. Tale dichiarazione prevede la netta distinzione tra magistrati del pubblico ministero e magistrati giudicanti, e prevede infine «che ci sia un’assoluta indipendenza tra pm nei confronti di qualsiasi autorità a cominciare dal potere esecutivo». Per Nordio questo è una sorta di «dogma non trattabile».