La riforma della giustizia potrebbe vedere la luce entro dicembre. Lo annuncia il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, segnalando che il 4 settembre inizieranno le audizioni. La logica della riforma è semplice per l’esponente di Forza Italia: si basa su principi costituzionali e vuole rispondere a problemi reali. «È una riforma che cerca di evitare che finiscano nel tritacarne mediatico soggetti estranei al processo, che prova a restituire finalmente all’informazione di garanzia il ruolo di tutela del diritto di difesa e non di marchio color “rosso mediatico” che ti porti appresso praticamente a vita», spiega a Il Tempo. Inoltre, ci tiene a respingere le illazioni al mittente: si tratta di «una riforma per una giustizia giusta, senza minimamente toccare i poteri della pubblica accusa nell’attività di indagine».



Sisto non esclude che possa esserci qualche altro intervento specifico, ad esempio su intercettazioni, delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica amministrazione, riforma della responsabilità medica, «su cui c’è una instancabile commissione al lavoro». Nel programma del governo Meloni c’è anche la separazione delle carriere, come aveva anticipato nell’intervista ai nostri microfoni. «Saremo comunque attenti ai lavori in corso presso la commissione Affari costituzionali della Camera, dove si discutono ben quattro proposte di legge in merito. Nutriamo, come noto, massimo rispetto per le prerogative del Parlamento», aggiunge Sisto.



RIFORMA GIUSTIZIA, SISTO APRE A MODIFICHE

Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, invece, almeno per ora non sarà toccato, il tema non è nel cronoprogramma del governo. «È un reato che non ha una genesi normativa, ma giurisprudenziale, e questa è una indubbia anomalia». Bisognerà pensarci a tempo debito per Francesco Paolo Sisto. «Sarà necessario garantire una fonte normativa al reato, senza in alcun modo sminuirne la capacità dissuasiva e l’ambito applicativo. Parliamoci chiaro: a mafia e terrorismo questo esecutivo non fa sconti», aggiunge nell’intervista a Il Tempo. Per quanto riguarda il reato di abuso d’ufficio, i lavori in commissione sono in corso, infatti le audizioni partiranno dal 4 settembre. «La riforma, per noi, è quella giusta, ma se le Camere dovessero pensarla diversamente, “braccia aperte”, nessun problema. Le modifiche in sede parlamentare sono sintomo di una democrazia che funziona davvero».



Nel frattempo, l’Associazione nazionale magistrati potrebbe tornare all’attacco della riforma della giustizia: «Il contraddittorio è fondamentale, ma quando la palla passa all’Aula parlamentare, non sono ammissibili ingerenze. Quella che un po’ di anni fa era un tentativo di interferenza reciproca tra politica e magistratura, oggi, in una fase più matura non ha motivo di esistere». Infine, Sisto si lancia in una previsione riguardo l’approvazione definitiva della riforma della giustizia: «C’è la sessione di bilancio da considerare, ma mi auguro si possa giungere al via libera definitivo entro il 2023. Ottimista? Sempre…».