La Riforma della giustizia tributaria è approdata in Senato il 4 agosto ottenendo l’approvazione, è in arrivo la definizione agevolata delle liti pendenti in Cassazione, lo stabilisce il testo del disegno di legge sulla riforma della giustizia tributaria.
Riforma giustizia tributaria: cosa prevede la legge
Il 4 agosto 2022 il Senato approvato il disegno di legge sulla riforma della giustizia tributaria.
L’articolo numero 5 infatti concerne la definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti dinanzi alla corte di Cassazione e stabilisce che:
L’articolo 5 introdotto nel corso dell’esame in sede redigente delle commissioni riunite reca disciplina della definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti dinanzi alla corte di Cassazione. E comma 1 reca disciplina della definizione delle controversie tributarie che presentino e come concomitanti seguenti requisiti, siano escluse dall’applicazione dell’articolo in esame ai sensi dell’articolo comma 6 dell’articolo medesimo, siano pendenti alla data del 15 luglio 2022 innanzi alla corte di Cassazione, ai sensi dell’articolo 62 del decreto legislativo 31 dicembre 92 numero 546 in esse all’Agenzia delle entrate risulti integralmente soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio.
Riforma giustizia tributaria: se in pratica puoi vincere, paghi lo stesso…
Ma nella pratica, cosa concerne questo articolo introdotto il disegno di legge approvato al Senato? Si tratta di una ridefinizione della gestione del recupero crediti da parte della pubblica amministrazione per quei contenziosi che hanno attraversato già due gradi di giudizio. Per tutti coloro che non abbiano debiti con l’Agenzia delle entrate superiori a 100.000 euro, questi possono accordarsi per pagare soltanto il 5% o il 20% dell’importo dovuto per le controversie così da concludere in tempi brevissimi quanto richiesto.
Il provvedimento viene definito definizione agevolata delle liti e potranno fare domanda tutti coloro che rientrano tra i requisiti previsti nel comma 1 dell’articolo 5 del disegno di legge sulla riforma della giustizia tributaria ha provato in Senato il 4 agosto 2022. Dunque tra coloro che hanno i requisiti rientrano quelli che sono pendenti in Cassazione alla data del 15 luglio 2022, l’Agenzia delle entrate risulti integralmente su convento in tutti i presidenti gradi di giudizio, il valore sia non superiore a 100.000 euro.
Se dunque il contribuente ha vinto per due gradi di giudizio contro l’Agenzia delle entrate, anziché non pagare nulla, può decidere di non andare in Cassazione e pagare soltanto il 5%.
Chi non è temerario dunque, è meglio che getta le armi anche dopo due vittorie e, per farlo, potrebbe usufruire di uno sconto che va dal 5 al 20%.