Il Parlamento ha approvato nelle scorse ore la riforma degli ITS, ovvero gli istituti tecnologici che si occupano della formazione professionale terziaria post diploma. Con le norme approvate, come riportato dal Corriere della Sera, essi smettono di essere una sperimentazione su base locale, diventando un sistema nazionale che deve rispondere a determinati requisiti di preparazione per gli studenti iscritti. Anche il nome è stato modificato in ITS Academy.
La durata dei corsi sarà di quattro o sei semestri. All’interno di questi gli allievi verranno istruiti sulla teoria, ma soprattutto sulla pratica. Sono previsti infatti tirocini rispettivamente da 1.800 e 3.000 ore di tirocinio. Nel caso dei percorsi triennali il titolo di studio ottenuto al completamento del ciclo sarà equiparato ad una laurea di primo livello. È proprio all’Università, infatti, che gli ITS si pongono come alternativa. I percorsi sono in tal senso profondamente diversi: uno prettamente teorico, l’altro prettamente pratico. Nonostante ciò l’Academy può fare da passerella per le Università, agevolando l’iscrizione a queste ultime con il riconoscimento di un certo numero di crediti.
Riforma ITS, ok da Parlamento: cosa cambia e quali sono gli obiettivi
La riforma agli ITS, che ha ricevuto nelle scorse ore l’ok del Parlamento, si pone degli obiettivi ben strutturati: lo scopo dichiarato, come riportato dal Corriere della Sera, è quello di raddoppiare il numero di iscritti in 5 anni in modo da rimediare almeno in parte al disallineamento cronico fra domanda e offerta di lavoro, con un occhio di riguardo al sistema delle piccole e medie imprese. Le imprese infatti sono al centro del sistema, partecipando economicamente ed avendo il diritto di esprimere il presidente della fondazione.
“Con il via libera di Montecitorio è legge una delle riforme più importanti del Pnrr. Definiamo un quadro solido e nazionale che rafforza la rete degli Its e amplia l’offerta formativa. E’ un passo avanti per il sistema di istruzione e per il nostro sviluppo industriale”, ha commentato su Twitter il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.