Giusto per non farsi mancare nulla, il Movimento 5 Stelle e la Lega stanno nuovamente litigando, questa volta sulla questione delle province. I grillini, a cominciare dal loro massimo esponente, Luigi Di Maio, vorrebbero abolirle definitivamente dopo la “decapitazione” degli ultimi anni, mentre per il carroccio bisognerebbe tirarle a lucido per dare loro un senso. Lo ha ribadito quest’oggi il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che intervistato dai microfoni del quotidiano La Stampa non ha di certo speso parole d’elogio nei confronti dei colleghi pentastellati: «I Cinque Stelle si devono mettere d’accordo tra di loro – afferma il titolare del Viminale – il ministro dice una cosa e il suo vice sostiene l’opposto. Il percorso sulle Province è stato deciso insieme. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso. Ma anche sulla flat tax, sull’immigrazione o sulle autonomie». Poi Salvini ha aggiunto e ribadito: «Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione». Dello stesso parere Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno della Lega, che assicura che il carroccio andrà fino in fondo sulla questione, e che la proposta elaborata avrà dei costi molto contenuti rispetto al passato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PROVINCE, NUOVA LITE M5S-LEGA
«No ai carrozzoni», forte e chiaro il messaggio di Luigi Di Maio sulle Province, ma la Lega avvisa il M5s, «basta cambiare idea su tutto». Come riporta Il Giornale, Matteo Salvini ha ribadito: «L’abolizione delle Province è una buffonata che ha portato disastri soprattutto nelle manutenzione di scuole e sulle strade. Vogliamo dare un servizio ai cittadini e se Comuni e Regioni non ce la fanno servono le Province». Il segretario federale del Carroccio ha poi aggiunto: «Le province servono a dare i servizi ai cittadini e a garantire che scuole e strade d’italia siano in condizioni normali ed efficienti. L’importante è che i Cinque stelle si mettano d’accordo, perché qualche viceministro dice di sì e qualche viceministro dice di no… Sui porti poi qualcuno li vuole chiusi e qualcuno li vuole aperti… L’importante è mettersi d’accordo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI CANDIANI
«Serve serietà, non caos», la Lega andrà fino in fondo sulle Province: parla di Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno del Carroccio. Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, l’esponente leghista ha spiegato: «Non voglio entrare in una polemica viziata oggettivamente da pretesti elettorali, che dovrebbero evitare di trascinare importanti riassetti istituzionali a cui stiamo lavorando. La settimana scorsa il testo è stato letto e presentato in Conferenza Stato-città: c’è un lavoro in corso e, sempre nel rispetto delle istituzioni, dobbiamo andare avanti fino in fondo con questo lavoro, all’interno del tavolo tecnico con cui fino ad ora abbiamo avuto ottima corrispondenza sia negli intenti che nell’impostazione di base». E aggiunge: «Se la preoccupazione di Di Maio sono i costi, stia tranquillo che stiamo elaborando proposte che si basano sul buonsenso e che daranno agli italiani quell’anello di congiunzione tra i Comuni e le Regioni, le Province appunto, senza il quale ci troviamo con strade scuole e servizi provinciali abbandonati a se stessi. Oggi abbiamo delle province che sostanzialmente sono state ridotte ad uno stato larvale, con grave rischio anche di danni per la sicurezza dei cittadini. Penso, in particolare, agli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PD CONTRO IL GOVERNO
«Per me le Province si tagliano, punto»: così Luigi Di Maio a proposito del possibile ritorno degli enti locali, con la riforma del governo Lega-M5s che annullerebbe gli effetti della riforma Delrio. Gialloverdi ancora divisi, dunque, con l’opposizione che parte all’attacco. Netto il commento di Matteo Renzi: «Pur di andare contro alle scelte del nostro Governo, fanno risorgere le vecchie province. Dopo aver salvato il CNEL e il bicameralismo paritario, torna l’elezione diretta delle province. Questo è il Governo del cambiamento: diminuiscono i posti di lavoro, aumentano le poltrone». Queste le parole del dem Andrea Marcucci: «Litigano su Siri, legge di bilancio, Rai, Libia, immigrazione, Roma, litigano su tutto. C’è una cosa che però li mette sempre d’accordo: spartirsi le poltrone. Con ritorno alle Province pronti 2500 nuovi incarichi». Infine, l’attacco del dem Emanuele Fiano: «Ed eccole qua 2500 poltroncine proprio prima delle elezioni… ma tu pensa, alle volte il caso! M5s-Lega faranno risorgere le Province». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NUOVO SCONTRO AL GOVERNO
Nuovo giorno, nuovo potenziale scontro tra Lega e M5s. Questa volta l’oggetto del contendere è il “ritorno” delle Province frutto dell’ultima bozza delle Linee guida per la riforma degli enti locali cui hanno lavorato i due partiti di governo. Entrambi. Una sottolineatura che è d’obbligo dal momento che dopo mezzogiorno è arrivata però la presa di distanza dal provvedimento da parte di Luigi Di Maio. Ma facciamo un po’ d’ordine, la bozza che alimenta le nuove tensioni all’interno dell’esecutivo, secondo quanto anticipato da “Il Sole 24 Ore”, recita:”La Provincia ha un presidente, eletto a suffragio universale dai cittadini dei Comuni che compongono il territorio provinciale, coadiuvato da una giunta da esso nominata”. A “coadiuvare” il presidente vi è poi il “Consiglio, avente poteri di indirizzo e controllo, eletto a suffragio universale”. Una riforma delle Province che riaprirebbe la corsa a circa 2.500 posti fra consiglieri, assessori e presidenti.
RIFORMA M5S-LEGA, “RISORGONO” LE PROVINCE
Ed è proprio qui, sui costi della politica che tornerebbero ad aumentare di pari passo con l’arrivo del “governo del cambiamento”, sul ritorno delle province vecchio stampo, che sorge l’inghippo tra Lega e 5 Stelle. Nonostante al tavolo tecnico in rappresentanza dei grillini abbia presenziato la viceministra all’Economia, Laura Castelli, il capo politico Luigi Di Maio ha lasciato intendere di essere contrario ad un tipo di riforma degli enti locali così strutturato: “Per me le Province si tagliano. Punto. Ogni poltronificio per noi deve essere abolito. Efficienza e snellimento, questi devono essere i fari”. Come riportato dall’Huffington Post, però, fonti della Lega – che quel testo lo ha partorito e lo rivendica – precisano:”Le linee guide sono state condivise, se è cambiato qualcosa lo dicano i grillini”. Dal Carroccio, dunque, si tiene il punto precisando inoltre che l’elezione diretta degli organi provinciali viene ritenuta una forma di “piena dignità”. Come andrà a finire?