In giornata i rappresentanti permanenti degli Stati Ue – gli ambasciatori dei singoli Paesi – firmeranno la riforma del MES a margine della riunione del Coreper: dopo il via libera tormentato del Consiglio Europeo a dicembre sulla riforma del “Salva Stati”, ora l’ok tecnico dei rappresentanti europei che conferma il via libera definitivo dei Capi di Stato e “anticipa” il prossimo passaggio altrettanto complesso: dopo la firma infatti, la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità andrà nei singoli parlamenti nazionali che avranno il compito di ratificarla secondo le modalità che ogni Stato prevede in merito alle votazioni sui trattamenti internazionali.
In particolare, gli occhi puntati sono proprio sull’Italia che più di tutti ha posto il problema sul MES per il no secco sempre giunto dal Movimento 5 Stelle che ha di fatto ritardato di un anno il via libera alla riforma a livello europeo. La ratifica avrà tempi variabili e potrà arrivare anche in diversi mesi, ma con la crisi di Governo attuale nel nostro Paese un argomento divisivo come quello del MES – va ricordato che uno dei punti di rottura tra Renzi e Conte è proprio la non richiesta del MES sanitario per la pandemia Covid, rivendicata da Italia Viva come scelta necessaria e bloccata dal veto «anti-sistema» delle forze M5s – potrebbe portare non pochi problemi in sede di approvazione in Parlamento.
NUOVA RIFORMA MES, COSA PREVEDE
Oltre alla crisi italiana, nel 2021 si voterà in Olanda (17 marzo), Cipro (23 maggio) e Germania (26 settembre): cambieranno dunque le composizioni di questi parlamenti e l’iter della ratifica potrebbe non essere un problema solo italiano. Il regolamento prevede che dopo la firma degli ambasciatori Ue stamane, la ratifica debba avvenire nell’arco di 12 mesi. Con la nuova riforma del MES da 1 gennaio 2022 verrà fornito denaro al Fondo di Risoluzione Unico, istituito per liquidare o anche ristrutturare le banche in difficoltà. Come già ribadito dal Consiglio Ue dopo l’approvazione di dicembre, il MES offre un elemento di stabilità fondamentale in un contesto di incertezza economica causa crisi Covid-19. Nella riforma viene dunque introdotto il “paracadute” (cosiddetto “backstop”) per il fondo salva-banche e vengono semplificate le linee di credito precauzionali, ovvero gli aiuti che un Paese della zona euro può chiedere in caso di shock economico. In poche parole, viene eliminato il “controllo” della Troika ma allo stesso tempo vengono introdotte condizionalità più stringenti in determinati casi.