Con il secondo decreto Pnrr, approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, il Governo si propone, almeno nella sua ottica, di dare un altro colpo, si spera decisivo, di acceleratore per centrare le milestone e i target richiestoci dall’Europa per giugno 2022.
In questo quadro un ruolo importante dovrebbe essere svolto dalla riforma (l’ennesima) del pubblico impiego che, almeno secondo il Ministro Brunetta, sta percorrendo l’ultimo miglio a passo spedito.
La nuova riforma introduce molte novità su concorsi, formazione e mobilità dei dipendenti, l’obbligo di accedere al portale inPA per tutte le procedure di selezione (a partire dalle amministrazioni centrali) e il rafforzamento di Formez PA e della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
Cambia, insomma, fondamentalmente il Concorso Pubblico. Dal primo luglio di questo anno l’accesso ai concorsi per le assunzioni, sia a tempo determinato che indeterminato, nelle amministrazioni pubbliche avverrà esclusivamente registrandosi al portale inPA.gov.it. In una seconda fase il ricorso al portale sarà esteso anche a Regioni ed enti locali.
Si prevede, inoltre, una revisione del quadro normativo che regola la mobilità orizzontale nella Pa, a partire dalla creazione di un sistema di pubblicità unico e trasparente con gli avvisi per tutti i posti disponibili nelle amministrazioni centrali e locali che saranno inseriti in un’apposita sezione del portale del reclutamento inPA. D’ora in poi, quindi, i dipendenti pubblici interessati alle posizioni “mobili” potranno/dovranno presentare apposita domanda tramite il nuovo portale.
Un nuovo portale, quello di InPa, delineato come unico luogo “virtuale” a livello nazionale per il reclutamento delle Pubbliche Amministrazioni nato con l’ambizioso obiettivo di accelerare, a partire dal mitologico “Concorso” per il “posto fisso”, il percorso di modernizzazione e rinnovamento del Paese velocizzando, semplificando e digitalizzando gli storicamente complessi processi organizzativi delle procedure di reclutamento del personale nelle pubbliche amministrazioni.
La sfida è certamente probante, ma la transizione digitale che stiamo vivendo passa anche da queste scelte e dalla capacità di innovare anche dove, fino a soli pochi anni fa, era ritenuto impossibile intervenire.
La modernizzazione di un Paese passa, infatti, e inevitabilmente, dall’efficienza e l’efficacia dell’amministrazione pubblica e dalla capacità dello Stato, in tutte le sue articolazioni, di poter attrarre al proprio interno le migliori risorse, e competenze, presenti all’interno della sua comunità anche attraverso la possibilità di poter garantire modalità di accesso veloci e trasparenti.
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