È stato approvato dall’Aula del Senato in terza lettura mercoledì 12 giugno 2019 il disegno di legge a firma del Ministro Giulia Buongiorno denominato “concretezza”. L’intervento in parola si concretizza in una serie di azioni volte a favorire, appunto, la concretezza dell’azione amministrativa delle Pubbliche amministrazioni, nonché a prevenire il fenomeno dell’assenteismo dei dipendenti pubblici e a favorire il turnover.
In primo luogo, il disegno di legge approvato prevede l’istituzione, all’interno del Dipartimento della funzione pubblica, del “Nucleo della concretezza”. Tale nuovo organo avrà il compito di verificare, anche per il tramite di ispezioni e sopralluoghi, l’efficienza di intervento delle Pubbliche amministrazioni, individuare le eventuali problematicità e suggerire le azioni correttive ritenute necessarie. Tra gli ulteriori compiti, il Nucleo dovrà elaborare un “piano triennale delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni” e creare una sorta di “black list” delle amministrazioni risultati inadempienti alle indicazioni fornite dal Nucleo stesso.
Altra novità recata dal ddl approvato, e in verità oggetto fin dalla sua proposizione di un acceso dibattito, è l’introduzione nel pubblico impiego di strumenti tecnologici di verifica della presenza. Viene, infatti, previsto, che, al fine di contrastare il fenomeno dei cosiddetti “furbetti del cartellino”, ogni Pubblica amministrazione dovrà dotarsi di sistemi di verifica biometrica e installare strumenti di videosorveglianza nei punti di accesso. La verifica della presenza tramite tali strumenti è prevista non solo per il personale dipendente, ma anche per i dirigenti in servizio, con la sola esclusione dei magistrati, dei prefetti, degli avvocati e dei procuratori dello Stato e dei diplomatici.
Pomo della discordia durante l’analisi in Parlamento è stata l’estensione di tali previsioni anche al personale docente e ai dirigenti scolastici. Il testo da ultimo approvato sul punto prevede l’esclusione espressa del personale docente e l’applicazione, ai dirigenti scolastici, di forme alternative di controllo delle presenze da stabilirsi con successivo decreto ministeriale.
Ulteriore importante punto del nuovo testo di legge è relativo al “piano per le assunzioni” nelle Pubbliche amministrazioni. Nello specifico, a decorrere dal 2019, le amministrazioni potranno procedere all’assunzione a tempo indeterminato tramite nuovi concorsi o tramite lo scorrimento dei vincitori delle graduatorie vigenti nel limite di un contingente di personale corrispondente a una spesa pari al 100% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Da sottolineare, tuttavia, come tale intervento faccia salva la previsione di cui all’art. 1, c. 399, della L. di Bilancio 2019, che ha bloccato per molte Amministrazioni le assunzioni di personale a tempo indeterminato con decorrenza giuridica ed economica anteriore al 15 novembre 2019.
Connesso al sopramenzionato sblocco del turnover nella Pa è l’intervento di semplificazione e di velocizzazione dei concorsi per l’accesso al ruolo previsto nel disegno di legge approvato. In particolare, la semplificazione riguarderà la nomina e la composizione della commissione d’esame, la sottoposizione di prove scritte anche nel format delle risposte multiple e di prove pratiche per i profili tecnici. Verrà, inoltre, creato un portale online del reclutamento dove potrà essere creato un fascicolo elettronico del candidato e dove potrà essere gestita con modalità telematiche la partecipazione dello stesso ai vari concorsi pubblici banditi dalle diverse Pubbliche amministrazioni.
Da un punto di vista generale, l’intervento sopra analizzato è, senza dubbio, apprezzabile e va nella giusta direzione. L’introduzione di un “Nucleo della concretezza” tenta apprezzabilmente di fare un passo verso una seria verifica da parte dell’Amministrazione pubblica dell’operato delle singole Pa, nell’ottica dei principi costituzionali di “efficienza” e “buon andamento”. Ciononostante, è necessario evitare che tale introduzione rischi di risolversi in una duplicazione di ruoli e di sovrapposizione di poteri con l’Ispettorato per la funzione pubblica. L’introduzione di sistemi avanzati di verifica della presenza dei pubblici dipendenti, dal canto suo, pone particolari quesiti connessi alla necessaria tutela del fondamentale diritto alla privacy; esigenza da bilanciare con i principi costituzionali a tutela dei cittadini e del buon andamento della Pubblica amministrazione. Sotto questo punto di vista, il Disegno di legge approvato, nel prevedere espressamente il rispetto dei principi di proporzionalità e non eccedenza di cui al Regolamento UE 2016/679 (GDPR), pare aver sufficientemente tutelato la riservatezza dei dipendenti destinatari dei controlli biometrici in oggetto, a maggior ragione nell’ottica di una serrata lotta al fenomeno dei “furbetti del cartellino”.
Per quanto riguarda il cosiddetto sblocco del turnover, volto soprattutto a favorire l’ingresso di figure in possesso di adeguate competenze digitali, il potenziale effetto positivo che la norma in oggetto potrebbe comportare, si scontra, nei fatti, con ulteriori norme in vigore che, in un’ottica di risparmio pubblico, impediscono nuove assunzioni nella Pubblica amministrazione per buona parte dell’anno in corso. Basti pensare alla previsione di cui all’art. 1, comma 399 della Legge di Bilancio 2019 che pare sul punto, in totale controtendenza rispetto alla misura qui in commento.