Inutile prenderci in giro e sperare che con la riforma pensioni 2025 l’età per uscire dal lavoro si riduca, anzi, è soltanto in aumento. Queste sono le uniche certezze che ci aspettano e sulla quale c’è il divieto morale di farsi false illusioni.

Ma oltre a delle ipotesi è Legge: secondo la riforma pensioni della Fornero ogni due anni l’età pensionabile dev’essere proporzionata alla crescita demografica del nostro Paese e alle speranze di vita che abbiamo. E attualmente la previsione è di uscire più tardi dal lavoro.



Riforma pensioni 2025: cosa dobbiamo aspettarci?

Con la la riforma pensioni della Fornero si prevede che l’età pensionabile aumenti. La scelta è da collegarsi al fatto che in futuro il rischio sarebbe quello di avere troppi pensionati e pochi lavoratori. Uno squilibrio tale metterebbe a repentaglio l’intero sistema previdenziale, rischiando un crollo.



La logica dietro alla Fornero del 2011 è tanto semplice quanto penalizzante: ogni due anni (prima il tempo era più ampio) va considerata l’aspettativa di vita oltre i 65 anni. Se questa si allunga allora si ipotizza che il contribuenti viva più a lungo e dunque percepirebbe una pensione per “troppo tempo”.

La soluzione è quella di allungare la carriera anziché la pensione. Secondo le previsioni future e attuali tra il 2055 e il 2060 l’età pensionabile potrebbe toccare i 70 anni (rispetto ai 67 anni d’oggi).

Per i prossimi due anni (almeno fino al 2027) potremmo salvarci “grazie” al ricalcolo del Covid le cui speranze di vita si erano “bloccate”. Dal 2027 in poi ci si aspetta che le aspettative tornano a crescere e con lei anche l’età di pensionamento.



La strategia ha permesso alla ragioneria di Stato di risparmiare oltre 30 miliardi di euro. Secondo dei calcoli a tavolino l’aumento dell’età pensionabile dovrebbe essere pari ad un anno ogni dodici (per effetto adeguamento delle aspettative di vita).