RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MENICACCI

Secondo Fabio Menicacci, “è una pazzia tornare alla legge Fornero ‘avendo incasinato’ tutto quanto c’era in materia”. Interpellato da Adnkronos/Labitalia, il Segretario nazionale dell’Anap-Confartigianato evidenzia che “sulle diverse proposte di andare in pensione, le cosiddette quote, o si raggiunge una volta per tutte un tetto che sia quello base da cui costruire qualcosa, altrimenti ogni anno abbiamo una quota diversa e quest’anno appunto si parla della 103, magari il prossimo sarà quota 104″. Menicacci spiega quindi che “la soluzione che abbiamo anche presentato al governo attuale è che per quest’anno lascino quota 102. Davanti c’è un anno di tempo per pensare alla riforma delle pensioni che ponga le basi non tanto per chi va in pensione attualmente, ma che crei il futuro per chi andrà in pensione fra qualche anno”.



LA RICHIESTA SULLE PENSIONI FUTURE

Diversamente, aggiunge Menicacci, “avremo la maggior parte delle persone che entrano nel mondo del lavoro adesso o che sono entrate negli ultimi 10-15 anni con ‘pensioni da fame’. Per cui non è tanto bloccare l’esodo di adesso perché sempre di più ci si avvicina all’età pensionabile dei 65 anni, escludendo alcune categorie che vanno a 67 anni”. Dal suo punto di vista, inoltre, “al di là di proporre quote ogni anno per la pensione anticipata bisogna fare un ragionamento serio che parta dai conti per una riforma previdenziale che tenga sia per il collocamento a riposo, sia per i futuri pensionati che è il problema più grosso”. Un obiettivo di non semplice realizzazione e che non può essere centrato con la prossima Legge di bilancio, visti i tempi stretti rimasti.



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