LE PAROLE DI BARBAGALLO
Intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Carmelo Barbagallo spiega che “da qualche anno a questa parte, i pensionati sono diventati il bancomat del nostro Paese. Bisogna ridurre le tasse sulle pensioni. Noi paghiamo come pensionati il 22,5% di tasse, a livello europeo la media è di 9,7%. Vediamo di metterci d’accordo. Non può essere sempre che i pensionati e i lavoratori devono pagare per tutti gli altri.
Draghi finalmente ha fatto una cosa giusta, parziale ma giusta, di dare i 200 euro anche ai pensionati, cosa che non aveva fatto neanche Renzi che aveva negato gli 80 euro ai pensionati. Spero, ora, che tutto ciò che è provvisorio nel nostro Paese diventi stabile, che i 200 euro diventino strutturali e non episodici, perché una pensione di 2 milioni di lire era una signora pensione, una pensione di meno di mille euro è una pensione che per chi ha un mutuo, un affitto, per chi fa da ammortizzatore sociale per la famiglia, non basta”. Per il Segretario generale della Uilp, inoltre, invece di far fare i lavori socialmente utili ai giovani, “questi lavori si potrebbero far fare agli anziani che lo desiderano, in modo che possano anche integrare le basse pensioni”.
+EUROPA CONTRO LA LEGA
Valerio Federico attacca la Lega sul fronte della riforma delle pensioni. “Salvini torna a sbraitare sulle pensioni e sulla linea del Governo Draghi che ha mandato in soffitta quota 100, oltre 11 miliardi di euro per non produrre un posto di lavoro in più e per pesare sugli under 34, la popolazione che più si è impoverita negli ultimi 20 anni.
Al blocco Salvini-Landini diciamo che se si vuole introdurre flessibilità in uscita questa va legata al ricalcolo contributivo, in sostanza facendola pagare a chi opterà per andare prima in pensione rispetto ai contributi versati, non a tutti i contribuenti”, spiega l’esponente di +Europa, secondo cui “ogni misura non finalizzata a ridurre la spesa a carico della fiscalità generale a integrazione dei contributi versati dai lavoratori e non volta a ridurre il divario tra la retribuzione media dei lavoratori e l’importo medio delle pensioni, corrisponde a un attentato ai diritti dei giovani, dei lavoratori attuali e dei pensionati di domani. La strada del Governo Draghi anche grazie al Pnrr è una sola: maggiori investimenti in produttività, quindi occupazione, quindi crescita dei salari”.
L’ANALISI DI COTTARELLI
Nel corso di un’audizione sull’indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale obbligatorio e complementare, nonché del settore assistenziale, Carlo Cottarelli, come riporta Ansa, ha spiegato che in campo previdenziale “la sfida principale è costituita dall’invecchiamento della popolazione, dal conseguente tendenziale squilibrio tra il numero dei lavoratori e il numero dei pensionati.
La soluzione del problema richiede il prolungamento della vita lavorativa, ma anche riforme per aumentare la partecipazione al lavoro, l’aumento della produttività, la diminuzione della disoccupazione, un flusso migratorio regolare. Questo vale indipendentemente dal fatto che le forme di finanziamento della previdenza siano pubbliche o private”. Per l’ex commissario alla spending review, il ruolo che il servizio privato svolge “nella fornitura di un secondo pilastro nella fornitura servizi sanitari e previdenziali resta il più piccolo nel nostro rispetto agli altri paesi avanzati europei e vale la pena chiedersi se questo ruolo non debba essere aumentato”.
LE PAROLE DI TRIDICO
Il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in occasione di un convegno organizzato dall’Università la Sapienza per la presentazione del Rapporto sullo stato sociale 2022 a 35 anni dalla scomparsa di Federico Caffè, come riporta Il Sole 24 Ore, in tema di riforma delle pensioni ha detto che “sulla flessibilità del sistema pensionistico ne parliamo da troppo tempo e probabilmente nemmeno questa legislatura riuscirà a chiudere questo cantiere: almeno non mi sembra che questo capitolo sia in procinto di essere chiuso”.
Come riporta l’Ansa, il giorno seguente, a margine del congresso della Cisl, ha ricordato che sulle pensioni “è stato fatto un lavoro al ministero con cui coniugare la flessibilità per andare in pensione anticipata ma all’interno del modello contributivo salvaguardando la sostenibilità finanziaria. L’agenda politica è stata poi occupata da eventi straordinari e drammatici come la guerra. Ma mi sembra ci sia tutta l’intenzione da parte del governo e del ministero di proporre soluzioni che vadano esattamente in quella direzione”, ovvero di “coniugare flessibilità e conti”.
RIFORMA PENSIONI, LA CIRCOLARE INPS SULL’APE SOCIAL
Come spiega Il Sole 24 Ore, la proroga dell’Ape social è contenuta tra le misure di riforma pensioni della Legge di bilancio approvata alla fine dello scorso anno, ma la circolare Inps con le regole aggiornate è stata diffusa solo in settimana e contiene una precisazione importante: “l’Ape è compatibile con il Reddito di cittadinanza ma non con il Reddito di emergenza e con l’Iscro e quindi in caso di doppia corresponsione si procederà al recupero di quanto non spettante (Rem o Iscro)”.
L’Inps spiega anche che “la riduzione del requisito contributivo a 32 anni si applica ai ceramisti individuati dai relativi codici Ateco previsti dalla norma, nonché agli operai edili con Ccnl delle imprese edili e affini, ma nell’ambito dei codici Ateco individuati nell’allegato 3 alla Legge di bilancio 2022, dove però non sono indicati codici specifici del settore edile”.
RIFORMA PENSIONI, L’INTERROGAZIONE DI TOSATO
Intanto, come riporta Il Sannio, il senatore della Lega Paolo Tosato in un’ interrogazione al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, chiede che il riconoscimento di lavoro usurante o gravoso per i necrofori o gli operatori cimiteriali, “due attività professionali soggette a numerosi rischi, di ordine psicologico, fisico, chimico e biologico”, evidenzia Tosato. Il senatore leghista chiede quindi al ministro Orlando “quali iniziative stia valutando di adottare al fine di tutelare le figure professionali dell’operatore funebre e dell’operatore cimiteriale, in particolare al fine di disporre l’inserimento di tali mansioni tra quelle considerate usuranti o gravose”.
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