LE PAROLE DI SBARRA

Luigi Sbarra, a margine del Consiglio Generale della Fai-Cisl, ha detto che occorre “rinnovare ed innovare i contratti scaduti, introducendo nuovi sistemi di riallineamento all’inflazione reale, defiscalizzando gli accordi di produttività ed il welfare.

Bisogna fare coesione aprendo subito anche il tavolo sulla previdenza. Dobbiamo puntare ad un grande accordo quadro che garantisca la pace sociale legata alla difesa dell’occupazione, la ripartenza della domanda aggregata e della produttività, l’accelerazione dei cantieri legati al Pnrr ed il riscatto del nostro Mezzogiorno”. “Servono misure immediate di sostegno al reddito di lavoratori, pensionati e famiglie, schiacciati dal potere d’acquisto per quasi 100 miliardi nel solo 2022. Non c’è più tempo per le parole o per le querelle politiche. Per questo chiediamo al governo di convocarci per avviare un tavolo triangolare che permetta di governare le dinamiche dei prezzi e delle tariffe, di elevare retribuzioni e pensioni, di incrementare e redistribuire lavoro e produttività”, ha aggiunto il Segretario generale della Cisl.



PENSIONI INPS DA EXTRACOMUNITARI: I DATI

Intervenendo sempre al convegno “Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni’, il Presidente Inps Pasquale Tridico ha ribadito l’importanza – anche in vista di una prossima riforma pensioni 2022-2023 – dell’apporto dato dai cittadini extracomunitari sul fronte previdenza. «Gli extracomunitari contribuiscono per 10,8 miliardi di contributi su un monte complessivo di 160 miliardi. A fronte di ciò, gli extracomunitari fruiscono di prestazioni pensionistiche per appena 1,2 miliardi su circa 100 miliardi erogati dall’Istituto», sottolinea il n.1 dell’Inps.



I cittadini fuori dalla comunità europeo ma residenti regolarmente in Italia, continua Tridico, «contribuiscono di più al mercato del lavoro di quanto ricevano in termini di prestazioni pensionistiche e non pensionistiche». Ha poi ribadito la tendenza di pensioni non più esistenti dopo il dramma della pandemia: «le pensioni eliminate in Italia nel primo anno di pandemia sono cresciute del 15,4%, mentre il dato triennale è pari all’8,2%. Il trend delle pensioni vigenti – conclude – sia in Italia che all’estero è in diminuzione già da diversi anni. Negli ultimi due, purtroppo, ha inciso anche la pandemia che ha comportato un importante incremento delle pensioni eliminate». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI TRIDICO

Intervenendo al convegno “Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni”, Pasquale Tridico ha evidenziato che “l’andamento delle pensioni pagate all’estero è in diminuzione”. Questo, ha aggiunto il Presidente dell’Inps, stando a quanto riportato da Adnkronos/Labitalia, anche per effetto della pandemia,  “che si è resa responsabile di un importante incremento delle pensioni eliminate”.

In particolare, “l’incremento maggiore dell’eliminazione delle pensioni in pagamento all’estero si è avuto nel 2021, pari al 45,1% rispetto al 2019”. Tridico ha evidenziato che “la maggior parte dei pagamenti delle pensioni è localizzata nel continente europeo, dove vi viene corrisposto oltre il 56% del totale delle pensioni pagate fuori dai confini italiani”. Seguono “l’America settentrionale e l’Oceania, aree dove la percentuale si attesta rispettivamente al 22,8% e al 10,7%”. In forte crescita sono le “pensioni pagate in America centrale, in Asia e in Africa (rispettivamente +48%, +33% e +26%)” per il ritorno in patria di quanti maturano una pensione dopo aver lavorato in Italia.

L’INTERVENTO SULLE MINIME CHIESTO DA COLDIRETTI

Commentando una ricerca sugli anziani e la loro importanza per le famiglie condotta da Coldiretti Puglia, il Presidente Savino Muraglia ha evidenziato che “va attuata la legge sull’invecchiamento attivo, attraverso politiche integrate a favore delle persone anziane, valorizzando le loro esperienze professionali, formative e cognitive e programmando interventi nel campo della prevenzione, della cura e  della  tutela della salute.

È grave il disagio avvertito dai nostri anziani, con una condizione già ai limiti della fascia di povertà per le pensioni minime e con uno Stato Sociale sempre meno attento ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie”. Angelo Marseglia, presidente dell’Associazione dei Pensionati di Coldiretti Puglia, ha spiegato che “la presenza di un pensionato in casa viene considerata dal 40 per cento dei pugliesi un fattore determinante per contribuire al reddito familiare, mentre il 35 per cento guarda ai nonni come un valido aiuto per seguire i bambini fuori dall’orario scolastico”.

RIFORMA PENSIONI, LA SCADENZA DEL 15 LUGLIO

In un articolo pubblicato sul sito di Ipsoa, Giuseppe Rocco ricorda che “dopo la finestra conclusasi lo scorso 31 marzo, entro il 15 luglio è possibile presentare all’Inps la domanda di certificazione del diritto all’Ape sociale da parte di coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2022. I canali attivabili per la richiesta sono rappresentati dal sito on-line dell’Ente previdenziale, attraverso il servizio dedicato, dal contact center e dagli enti di patronato e intermediari dell’istituto. Successivamente al termine di metà luglio vi è ancora una ulteriore possibilità per richiedere la certificazione del diritto nell’intervallo temporale compreso tra il 16 luglio e il 30 novembre”.

LA NOVITÀ PER L’APE SOCIALE

Va tenuto però presente che “le domande presentate entro il 30 novembre saranno prese in considerazione esclusivamente se, all’esito del monitoraggio delle domande presentate entro i precedenti termini, residuano le necessarie risorse finanziarie”. L’esperto previdenziale sottolinea anche una delle novità introdotte dalle misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio 2022: “Per gli operai edili, come indicati nel contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta, il requisito dell’anzianità contributiva è ridotto ad almeno 32 anni”, rispetto ai 36 normalmente richiesti per usufruire dell’Ape sociale. Va anche ricordato che il requisito anagrafico è di 63 anni.

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