Come sappiamo il governo non ha ancora messo mano alla Riforma pensioni 2022 che non ha inteso inserire all’interno del documento di economia e finanza presentato a Palazzo Chigi lo scorso 7 Aprile. C’è grande attesa per la nota di aggiornamento del Def che invece verrà presentata a settembre 2022 e, dopo la bocciatura di quota 102, quota 100 è di quota 41 proposta da Matteo Salvini, Pasquale Tridico, il presidente dell’INPS, ha proposto una pensione a due velocità. La proposta di riforma pensioni deve avere attecchito perché dal governo, il ministro ha fatto sapere che è possibile ottenere un “anticipo soft”, Ma in cosa consiste davvero?
Riforma pensioni 2022: anticipo pensionistico soft, un nuovo nome alla proposta di Tridico
Come sappiamo la pensione, adesso che è stata cancellata quota 100, quota 102 e tutte le altre proposte, è ottenibile al raggiungimento di 67 anni di età e 41 anni di contributi più 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Il pensionamento anticipato soft invece consisterebbe in una pensione ottenibile con 5 anni di anticipo ma con un assegno ridotto. In sostanza si tratta quasi della stessa proposta di Pasquale Tridico ma articolata sotto altro nome dal momento che il pensionamento soft è stato proposto dallo stesso Ministro Orlando è probabile che la proposta di Pasquale tridico abbia attecchito all’interno del palazzo e che probabilmente si potrebbe aprire un tavolo tecnico proprio discutendo in merito alle modalità attuative di questa proposta.
Del resto se ciò non dovesse accadere potrebbe entrare nuovamente in vigore la riforma pensioni della Fornero anche a partire da gennaio 2023,cancellando le speranze di tutti gli italiani. Proprio qualche giorno fa l’ex Ministro Fornero è intervenuta dicendo che la propria proposta non è cancellabile, ma potrebbe essere superata con qualche correttivo laddove necessario.
Riforma pensioni 2022: l’importanza di rendere strutturale Ape sociale
Già qualche giorno fa la proposta di estendere l’ape sociale anche ad altre categorie oltre i lavori usuranti, ad esempio ai disoccupati, caregiver e tutti coloro che non sono considerati all’interno della Istituto Nazionale previdenza sociale e non hanno una contribuzione continuativa. Si tratterebbe dunque di garantire un ascensore pensionistico a tutte quelle persone che un domani potrebbero costituire la parte più debole della società. Rendere strutturale Ape sociale dunque costituisce esattamente il correttivo di cui parlava Elsa Fornero, perché necessaria e perché al sistema non costa tanto visto che si basa sul sistema contributivo al 100%.