Con l’eliminazione della riforma pensioni 2022 all’interno della presentazione del documento economia e finanza del 7 aprile scorso, si naviga a vista rompendo il ghiaccio tra proposte e indiscrezioni.

L’ultima ad esempio è quella di una riforma delle pensioni con l’assegno in due tempi, una notizia che già data così sembra più assurda della riforma pensioni della Fornero che entrerebbe in vigore dal gennaio 2023.



Riforma pensioni 2022: come funzionerà l’assegno in due tempi

Fondamentalmente lo scenario internazionale ancora troppo compromesso e di difficile risoluzione per poter stabilire una proiezione congrua della crescita italiana. A complicare le cose anche il differenziale tra il BTP italiano Il bund tedesco che ieri 6 maggio 2022 ha rotto completamente la quota psicologica dei 200 punti base.



L’ipotesi sul tavolo adesso è quella dell’ anticipo pensionistico contributivo, che prevede il pagamento di una quota della pensione calcolata col sistema contributivo prima dei 67 anni, mentre la quota retributiva viene riconosciuta con la maturazione dei requisiti INPS per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Riforma pensioni 2022: requisiti per richiederlo

Quindi una volta raggiunta l’età pensionabile al lavoratore spetterà l’assegno pieno. Questa proposta di riforma pensioni potrebbe interessare i 203 mila lavoratori che dal 2022 al 2024 dovrebbero richiedere la pensione e i 129 mila che la richiederebbero dal 2025 al 2027 per un totale di 332 mila pensioni. Restando che sul tavolo del Ministero del lavoro permangono le proposte di pensione entro i 64 anni, e Cecchi sostiene ancora quota 102 punto per andare in pensione con l’anticipo pensionistico, secondo quanto affermato da Tridico, vi è la necessità di un’età che va dai 63 ai 64 anni, 20 anni di contribuzione e laver maturato una quota contributiva di 1,2 volte più grande dell’assegno sociale.