LE PAROLE DI VOLPONI (FNP-CISL)
Intervenendo alla trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus, Patrizia Volponi, Segretaria della Fnp-Cisl, ha parlato anche di riforma delle pensioni, ricordando che “i sindacati hanno presentato una proposta di uscire dal lavoro da 62 anni in su oppure con 41 anni di contribuzione senza limiti di età”.
Tuttavia, “ancora non abbiamo avuto risposte, ma siamo fiduciosi sul fatto che parte delle nostre proposte saranno accolte, noi speriamo tutte. Sul tavolo ci sono quindi richieste importanti e ben documentate, non è possibile stare sui ponteggi fino a 67 anni, i lavori non sono tutti uguali come dice la Fornero”. La sindacalista ha anche evidenziato che “l’ultimo incontro avuto con il governo è stato a febbraio, stiamo aspettando la risposta del governo, anche se stiamo vedendo una certa attenzione alle nostre richieste da parte dei Ministeri del Lavoro e delle Finanze”. Vedremo quali risultati saranno raggiunti.
LE RICHIESTE DI MEREA (UILP)
A Cagliari si è tenuto il Congresso della Uil Pensionati Sardegna. Il Segretario generale Rinaldo Mereu, come riporta mediterranews.org, ha evidenziato la necessità di una riforma delle pensioni “che riporti elasticità ed equità nel sistema pensionistico e una flessibilità diffusa d’uscita dal lavoro: una reale flessibilità in uscita, intorno ai 62 anni, senza alcuna penalizzazione, oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Continueremo a lottare per un nuovo sistema pensionistico e contributivo con l’obiettivo di assicurare un passaggio generazionale più giusto, attraverso anche la tutela del salario come delle altre condizioni di lavoro”. Per il sindacalista è necessario anche “che nell’agenda del Governo entri la tutela delle pensioni per i giovani e vengano accolte le nostre proposte in merito all’introduzione di meccanismi per tutelare le future pensioni dei giovani e di chi svolge lavori discontinui, a partire dalla valorizzazione previdenziale dei periodi di disoccupazione, di formazione, di studio, di basse retribuzioni e dalla riduzione dei vincoli che condizionano l’accesso alla pensione”.
LE PAROLE DI SBARRA
Intervenendo al congresso della Filca-Cisl, Luigi Sbarra ha annunciato che al congresso confederale “chiederemo ai nostri interlocutori pubblici e privati di aprire una grande discussione sulla necessità di assicurare una governance degli enti previdenziali e assicurativi.
Non accetto che nei Cda dell’Inps e dell’Inail, dove si custodiscono le risorse dei lavoratori e dove si gestiscono le risorse che versano imprese e lavoratori sul tema della sicurezza, che le postazioni di comando debbano essere solo ed esclusivamente affidate alle rappresentanze istituzionali o dei partiti. Vogliamo esserci, vogliamo essere rappresentati in quei luoghi dove si assumono decisioni importanti per la previdenza, le pensioni e anche sul tema della salute e sicurezza del lavoro”. Il Segretario generale della Cisl, come riporta Il Diario del Lavoro, ha chiesto quindi all’esecutivo “fino a quando possiamo accettare che ogni fine dicembre l’Inail stacchi un bonifico di 1,5 miliardi in direzione ministero dell’Economia per essere utilizzato per ridurre il debito pubblico? Non è più possibile”.
LA RICETTA DI CICALESE
In un articolo pubblicato su lantidiplomatico.it, Pasquale Cicalese spiega che “occorre che il proletariato si riprenda tutti i guadagni di produttività negati negli ultimi 50 anni. A questo serve anche l’indicizzazione di salari e pensioni.
Bisogna prosciugare il 20% della popolazione italiana che campa di rendita e non serve all’economia, anzi prosciuga risorse immani. Il capitale industriale, questa volta, come era un tempo, anche pubblico deve passare dal 19% al 30% del Pil sul modello cinese, che non ha fatto altro che riprendere il nostro passato. Il plusvalore ricavato deve essere redistribuito sotto forma di rapporti di lavoro caratterizzati da plusvalore relativo, abbandonando quello assoluto. Occorre giocare sul salario sociale come meccanismo di accumulazione. Dopo decenni gli italiani dovrebbero prendere coscienza che sta tutto a loro, non delegando. Poi ci vuole democrazia sindacale per togliere il monopolio della rappresentanza e della contrattazione ai confederali. Buttare a mare tutti, dico tutti, i politici degli ultimi 30 anni. Soprattutto, studiare”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BARONE (UILP)
Partecipando al congresso della Uil Pensionati Sicilia e Area Vasta, il Segretario generale regionale Claudio Barone ha evidenziato la necessità di una riforma delle pensioni. “A 67 anni un operaio non può lavorare ancora sopra un pontile.
La nostra sigla sindacale si sta battendo, affinché non si ripeta la promulgazione di un’altra riforma pensioni della Fornero. Ognuno deve andare in pensione in base alla propria storia e alla propria mansione e bisogna trovare al più presto le risorse necessarie affinché questo diventi realtà. È impensabile che un Paese con una delle pressioni fiscali di Europa (oltre il 50%) non riesca a trovare le risorse necessarie per le fasce più deboli”, ha detto il sindacalista, stando a quanto riportato da livesicilia.it.
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DI BARBAGALLO
Al congresso ha preso parte anche il Segretario generale della Uil nazionale, Carmelo Barbagallo, secondo cui “i lavori socialmente utili non devono essere svolti dai giovani, costringendoli così alla precarietà, ma dai pensionati, dando l’opportunità a questi ultimi di integrare la propria pensione”. Per l’ex Segretario generale della Uil, “bisogna dare potere d’acquisto ai pensionati, attraverso le quattordicesime e l’abbassamento delle tasse. La media europea di tassazione si aggira attorno al 9. In Italia siamo al Il 22,5%”. Anche perché, come ha detto Barone, stando a quanto riportato di siciliaogginotizie.it, “le pensioni degli anziani restano, ad oggi, le fondamenta dell’unico welfare disponibile in uno scenario di alta disoccupazione e precarietà”.
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