RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI FERRARI (CGIL)

Il Segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, evidenzia che “con la manovra di bilancio in dirittura d’arrivo, degli impegni assunti dal Governo sulle modifiche in tema previdenziale non si vede traccia”. In particolare, “la rimodulazione della percentuale di rivalutazione, che alza dall’80% all’85% le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, è insignificante: 8 euro lorde al mese in più di media. E si riduce ancora del 3% la percentuale per i redditi di pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo” e “su Opzione donna, nessun cambiamento. Un’abrogazione, di fatto, della misura. Riguarderà appena 870 persone, secondo le nostre analisi.  Nessuna marcia indietro neppure su ‘Quota 103’, cui si accede con almeno 62 anni. Altro che ‘Quota 41’, che doveva prescindere dall’età anagrafica. I pochi che vi accederanno supereranno a stento le 10.000 unità”.



IL GIUDIZIO SULLA MANOVRA

Per Ferrari, oltretutto, “le cattive sorprese non sono finite: hanno deciso di tagliare di 80 milioni di euro le risorse per i lavoratori ‘precoci’ e abrogato il fondo per l’uscita anticipata nelle Pmi in crisi, recuperando ulteriori 200 milioni di euro. Altro che potenziamento delle misure, altro che superamento della legge Fornero, che invece torna in vigore per la quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori”. Dunque, “il nostro giudizio è radicalmente negativo. Non c’è nessuna promessa elettorale rispettata in queste scelte. Sulle pensioni si fa cassa, e nulla più, lasciando senza risposte: donne, giovani, lavoratori precoci e chi svolge un lavoro gravoso. A loro si sottraggono risorse, anziché sostenerli”.



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