L’ANALISI DELLA CGIL

Secondo le proiezioni della Cgil, saranno poco più di 8.500 gli italiani che quest’anno utilizzeranno Quota 102, la quale, spiega il Segretario confederale Christian Ferrari, “è una misura inutile, che non dà alcuna risposta. Il punto non era rendere più graduale l’uscita da ‘Quota 100’, ma riformare complessivamente il sistema.



È necessario che il Governo riapra al più presto il tavolo di confronto sulla previdenza, che si è interrotto bruscamente a febbraio, per le vicende legate alla crisi geopolitica”. Dal suo punto di vista è necessario, “sulla base delle proposte contenute nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, procedere lungo la strada di una riforma che garantisca flessibilità in uscita per tutti dopo i 62 anni, con interventi che tengano conto della condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavori gravosi e usuranti, e introducendo una pensione contributiva di garanzia per i più giovani, altrimenti destinati a un futuro da pensionati poveri”.



LE PAROLE DI SALVINI

Matteo Salvini, partecipando al Festival del lavoro in corso a Bologna, ha ricordato, come riporta Ansa, che “se il Parlamento non interviene, il primo gennaio prossimo torna in vigore la legge Fornero, che vuol dire 66 o 67 anni di età per andare in pensione, e in un momento di crisi economica e sociale” che sarà “ben più importante” nei prossimi mesi, “ingabbiare il mondo del lavoro e milioni di italiani nella legge Fornero sarebbe una follia. Noi stiamo lavorando per lasciare come opzione ‘Quota 41’”.

Il Segretario della Lega ha specificato che “presenteremo la nostra proposta al presidente Draghi settimana prossima. La certezza è che tornare a vincoli e paletti della Legge Fornero in un momento di crisi economica sarebbe un disastro per i sessantenni ma sarebbe un enorme ostacolo per i ventenni e per l’ingresso nel mondo del lavoro”. Intanto, come riporta albanianews.it, il 25 luglio partirà il primo round di negoziati per l’accordo pensionistico tra Italia e Albania.



I DATI SULLA SPESA PENSIONISTICA

Durante la presentazione dello studio Inps-Upb relativo a Quota 100, Lilia Cavallari, Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, ha evidenziato, come riporta Ansa, che “la dinamica della spesa pensionistica, lo stato dei conti pubblici e il contesto macroeconomico attuali suggeriscono la necessità di estrema prudenza nel ricorso a nuovo indebitamento”.

Dunque, eventuali misure di riforma delle pensioni mirate “a ridurre i requisiti di pensionamento dovranno trovare adeguata copertura”. “L’aumento dell’inflazione, unito ad un sistema di indicizzazione più generoso, contribuisce ad aumentare la spesa, con impatto significativo per adesso soprattutto sul 2023. Le regole di indicizzazione vigenti dal 2022 rendono infatti la spesa pensionistica più sensibile agli aumenti dell’inflazione con l’elasticità che passa da 81 a 97 per cento” ha aggiunto, evidenziando che “il rallentamento della spesa pensionistica sul Pil inizierà solo a partire dal 2036, per l’effetto combinato della scomparsa dei pensionati baby-boomers, l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita e l’applicazione generalizzata delle regole di calcolo contributivo”.

I CONTI DI TRIDICO

Come riporta Adnkronos, in occasione della presentazione dell’indagine Inps-Upb su Quota 100 Pasquale Tridico ha fornito alcune indicazioni sul costo di alcune misure di riforma delle pensioni di cui si sta discutendo.

Il Presidente dell’Inps ha spiegato che Quota 41 costerebbe, nel periodo 2023-25, 18 miliardi di euro, mentre “con l’opzione al calcolo contributivo a 64 anni di età e almeno 35 anni di anzianità a condizione di aver maturato un importo pari ad almeno 2,2 volte l’assegno sociale” la spesa sarebbe di 6 miliardi. Invece, “con l’anticipo della quota contributiva della pensione con il requisito di almeno 63 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione e un importo minimo di 1,2 volte l’assegno sociale, la spesa pensionistica sarebbe di 3 miliardi”. “La collaborazione con l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e con la neo presidente Cavallari mira a dare una maggiore informazione al legislatore, al governo e al Parlamento per prendere qualsiasi decisione sulla base di una valutazione delle politiche pubbliche e di una piena consapevolezza di ciò che i dati e l’evidenza empirica offre”, ha aggiunto.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GANGA

Ignazio Ganga sottolinea che il rapporto di Inps e Upb su Quota 100 “conferma quanto da tempo dice la Cisl in ordine alla necessità non più procrastinabile di una nuova riforma del sistema previdenziale, improntata ad una maggiore equità. Serve al più presto trovare soluzioni utili per una diversa flessibilità di accesso al pensionamento a partire dalle esigenze dei giovani e delle donne, vere vittime dell’attuale sistema previdenziale italiano che sollecita la necessità di individuare misure atte ad evitare le attuali disparità”. Dal suo punto di vista, “il meccanismo delle quote rigide, come è stato quota 100, non ha prodotto i risultati auspicati. Occorre andare ad un sistema più flessibile ed equo per andare in pensione a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi senza vincoli sull’età”.

LA SOLLECITAZIONE AL GOVERNO

Il Segretario confederale della Cisl sollecita quindi il Governo a dare “risposte immediate alle istanze presentate nella piattaforma sulla previdenza: accesso alla pensione dai 62 anni, la possibilità in ogni caso di ottenere la pensione con 41 anni di contributi senza vincoli sull’età. L’eliminazione degli importi soglia che limitano fortemente il diritto alla pensione nel sistema contributivo. Maggiore tutela per le donne con il riconoscimento dell’anticipo di 12 mesi per figlio. La pensione contributiva di garanzia per chi va in pensione con un importo troppo basso a causa di una carriera frammentata e basse retribuzioni. Il riconoscimento del lavoro di cura a fini pensionistici, una maggiore attenzione a chi svolge lavori gravosi ed usuranti. Il sostegno allo sviluppo della previdenza complementare. La tutela del potere di acquisto delle pensioni e l’incremento della quattordicesima per i pensionati”.

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