LE PAROLE DI SBARRA

Luigi Sbarra è molto netto. “Abbiamo una priorità che si impone su tutte che è l’avvio della riforma delle pensioni. Entro dicembre bisogna cancellare lo scalone della legge Fornero e dare al sistema previdenziale maggiore flessibilità, sostenibilità sociale, inclusività per giovani e donne”, sono infatti le parole del Segretario generale della Cisl riportate dall’Ansa. Secondo il sindacalista, “chiunque governerà il Paese dopo le elezioni dovrà misurarsi su questa urgenza e dare risposte concrete già in legge di Bilancio. Le nostre proposte sono note alla politica da tempo: bisogna agire. In caso contrario la Cisl è pronta alla mobilitazione”. Intanto Elena Murelli, deputata della Lega, come riporta piacenzasera.it, evidenzia che il meccanismo di adeguamento ha fatto sì che le pensioni diventassero sempre “più impoverite. Questo sistema va rivisto adottando l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi europei e colmando lo svantaggio di tassazione”.



LE PAROLE DI CONTE E BERLUSCONI

Intervistato dal Quotidiano Nazionale, Giuseppe Conte spiega che in tema di riforma delle pensioni “proponiamo di allargare le categorie dei lavori gravosi e usuranti e di permettere, a chi è nel sistema misto, di uscire da lavoro a 63 anni ricevendo subito la quota contributiva a cui a 67 anni si sommerà quella retributiva. E poi proroga di Ape Sociale e Opzione Donna, pensione anticipata per le mamme lavoratrici (un anno per ogni figlio fino a un massimo di 3 anni), pensione di garanzia per i giovani e riscatto gratuito della laurea”. Silvio Berlusconi, invece, intervistato dal Sole 24 Ore, spiega di avere cifre diverse dai 30 miliardi stimati per l’incremento delle pensioni da lui promesso ed evidenzia che comunque “agiremo con gradualità. Però mi consenta una considerazione: le persone con disabilità hanno lo stesso diritto di tutti gli altri italiani di vivere dignitosamente, di essere cittadini nel senso compiuto del termine, con le stesse opportunità degli altri, almeno quando è possibile”.



LA POSIZIONE DEL PD

Come riporta ilpiacenza.it, le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil hanno reso pubbliche le risposte fornite da candidati alle elezioni politiche a domande rivolte dai sindacati. Paola De Micheli e Beatrice Ghetti, per il Partito democratico, hanno spiegato che l’intenzione del loro partito è quella di mettere “più soldi nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati con una mensilità aggiuntiva e per la prima volta anche un supporto concreto alle partite Iva. La proposta del Pd è pienamente sostenibile e stava per essere recepita dal Governo poi abbattuto dalla destra. Taglieremo le tasse sul lavoro con un intervento sul il cuneo fiscale, per aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più. Approveremo un incremento del valore e della platea delle pensionate e dei pensionati beneficiari della cosiddetta ‘quattordicesima’ per rafforzare le tutele di fronte al carovita”. Il loro collega di partito, Marco Meloni, intervistato dal Domani ha evidenziato che “per chi avrà avuto lavori intermittenti proponiamo la pensione di garanzia”.



IL VANTAGGIO PER GLI ISCRITTI AL FONAGE

Come riporta Ansa, la Covip “ha approvato le modifiche al piano di riequilibrio del Fondo pensione agenti votate all’unanimità dall’Assemblea dei delegati, lo scorso 28 aprile, e ‘in attuazione delle modifiche approvate, è quindi possibile, senza ulteriori passaggi, corrispondere gli aumenti delle prestazioni agli agenti iscritti, pensionati ed attivi, con decorrenza retroattiva dal primo gennaio 2022’, per un ammontare totale di 70 milioni”. Francesco Libutti, Presidente del Fondo pensione agenti (Fonage) esprime, in una nota, “la grande soddisfazione, mia personale e dell’intero Consiglio di amministrazione per un risultato di grande rilievo, che corona lo sforzo dei consiglieri e della struttura tutta del Fondo. Un impegno assunto sei anni fa con gli agenti iscritti e che oggi si concretizza nell’aumento delle prestazioni, reso possibile grazie agli eccellenti risultati di bilancio conseguiti anno dopo anno dall’amministrazione del Fondo”.

RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DELLA CISL

Francesco Marinelli, Segretario della Cisl Romagna, come riporta chiamamicitta.it rilancia le proposte del sindacato anche in tema di riforma delle pensioni, così da dare certezze a lavoratori e imprese e “per garantire meccanismi di flessibilità in uscita, a partire da 62 anni e 41 di contributi, senza dimenticare una pensione contributiva di garanzia per i giovani ed un sostegno pubblico all’adesione alla previdenza complementare”, oltre che “sconti contributivi per le madri lavoratrici ed una rivisitazione dei coefficienti di calcolo”. Invece, per quanti sono già in quiescenza “chiediamo l’estensione della 14ma e nuovi adeguamenti al costo della vita”. L’Anp-Cia, invece, analizza il Decreto aiuti-ter.

L’ANALISI DI BRAMBILLA

L’associazione nazionale dei pensionati aderente alla Confederazione italiana agricoltori, apprezza il fatto che il Governo sostenga anche chi è in quiescenza evitando uno scostamento di bilancio, ma ritiene serva “oltre alle misure una tantum come quelle appena approvata, anche un aumento degli assegni, con interventi strutturali in primis sulle pensioni basse”. Infine, intervistato da Libero, Alberto Brambilla, dopo aver ricordato che il nuovo Governo dovrà fare i conti con una rivalutazione delle pensioni il prossimo anno che richiederà non poche risorse, sottolinea di non ritenere che possa essere presa una misura così impopolare come quella di limitare la rivalutazione delle assegni. “Il rischio grosso che vedo però è quello di penalizzare la classe media, perché finora i sindacati e i partiti hanno proposto di dare sussidi solo a chi dichiara meno di 35 mila euro”, aggiunge.

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