RIFORMA PENSIONI, LE CONSIDERAZIONI DI BENETTI E MARÈ

In un articolo pubblicato su L’Economia, l’inserto settimanale del Corriere della Sera, Maurizio Benetti e Mauro Marè, indicano alcune “possibili direzioni di intervento” per una riforma delle pensioni che rimetta “in sintonia chi paga e chi riceve”. Secondo gli autori, “per l’età di pensionamento, è ormai chiaro che si deve andare verso la scelta di un’ età flessibile all’ interno di un range” e “non si può prescindere da un ancoraggio, nei modi che si riterranno opportuni, all’aspettativa di vita, perché l’onere pensionistico effettivo per gli attivi è una sua funzione. La correzione va però definita tenendo conto della mancanza di ammortizzatori sociali in grado di tutelare il reddito dei lavoratori ultracinquantenni espulsi dal mercato del lavoro”.



IL PROBLEMA PER I GIOVANI

“Per il mondo dei precari, il problema fondamentale non è la data di pensionamento ma l’importo della pensione. Con carriere discontinue e/o con contribuzioni basse, il montante accumulato sarà insufficiente a garantire loro pensioni adeguate e il livello di reddito difficilmente consentirà loro di aderire a una forma di previdenza complementare. Manca nel nostro sistema una quota di copertura pensionistica non dipendente dalle storie contributive, a cui si aggiunge la mancata estensione dell’ integrazione al minimo al sistema contributivo. Alla pensione contributiva prodotta dalla carriera lavorativa e diversificata in base a questa, si dovrebbe pertanto affiancare, per rendere adeguati i livelli di copertura pensionistici, una pensione di base finanziata attraverso la fiscalità”.



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