LANDINI CRITICA LE SCELTE DEL GOVERNO
Maurizio Landini non nasconde le sue critiche alle scelte del Governo in tema di riforma delle pensioni. Come riporta Ansa, il Segretario generale della Cgil ha detto che “ormai qualsiasi persona normale, a proposito di pensioni e di ‘quote’, ha capito che non si vuole cambiare nulla. Siamo partiti da quota 100 per arrivare a quota 103. La sostanza è che siamo tornati alla legge Fornero. Anzi, stanno riuscendo addirittura a peggiorarla”. Come riporta orizzontescuola.it, Landini ha fatto riferimento in particolare a quanto accaduto a proposito di Opzione donna. Inoltre, ha evidenziato che “anziché incentivare le persone che vogliono andare in pensione si danno contribuiti a quelli che continuano a lavorare. Siamo al paradosso. Le persone vengono prese in giro e non si affronta il problema dei giovani”, oltre a far “pagare un prezzo doppio alle donne”. “Si reintroducono i voucher in settori strategici. Con questo sistema i giovani non avranno mai una pensione. E non si affronta poi un altro problema che è essenziale, e cioè che i lavori non sono tutti uguali e ci sono tante persone che andrebbero tutelate maggiormente”, ha aggiunto Landini.
LE PAROLE DI CATTANEO
Intervistato dal Sole 24 Ore, Alessandro Cattaneo spiega che “nella versione iniziale della manovra non tutte le nostre priorità erano state accolte, ma il lavoro parlamentare ha migliorato questo aspetto”. In particolare, il capogruppo alla Camera di Forza Italia evidenzia che “nella prima riunione a Palazzo Chigi abbiamo posto il tema dell’aumento delle pensioni minime e della decontribuzione dei giovani, e ora questi punti sono in manovra. Sulle pensioni però l’aumento delle minime si ferma a 600 euro, lontano dai mille difficili da raggiungere con questi livelli di spesa previdenziale. Siamo perfettamente consapevoli che c’è un tema ineludibile di sostenibilità della spesa. E in questo contesto l’aumento a 600 euro per tutti gli over 75, senza i limiti di Isee pensati inizialmente, è uno sforzo non indifferente. Nel medio termine però tutti stanno lavorando perché l’inflazione scenda, e sono convinto che anche nella spesa restante del reddito di cittadinanza ci siano molti risparmi da individuare per trovare nuove risorse”.
IL “REGALO” AI FRONTALIERI LIGURI
In un articolo pubblicato su startmag.it, viene ricordato che “dal 1 gennaio i lavoratori transfrontalieri del ponente ligure che hanno maturato la pensione nel Principato di Monaco avranno il trattamento pensionistico con un’imposizione sostitutiva delle imposte sul redditi con un’aliquota del 5 per cento anziché del 23”. Questo grazie a un emendamento nella Legge di bilancio voluto da Noi Moderati. “In realtà, si dimentica di ricordare che chi ha la fortuna di lavorare nel Principato beneficia di uno stipendio solitamente maggiore di quello italiano e, rientrando quotidianamente nei propri confini, di un costo della vita inferiore rispetto a quello monegasco”, evidenzia Carlo Terzano, autore dell’articolo, secondo cui è difficile comprendere “perché lo Stato italiano debba farsi carico di una riduzione della tassazione nei confronti di soggetti sicuramente privilegiati. La spesa prevista è di circa 9 milioni di euro: 6 milioni nel 2024 e 3 milioni nel 2025. I beneficiari, lo ricordiamo, appena 8mila pensionati. Un ottimo regalo di Natale per pochi, pochissimi cittadini italiani dal forte sapore elettorale”.
L’IMPORTANZA DELL’ISTRUZIONE FINANZIARIA
In un articolo pubblicato su lavoce.info, Piera Bello spiega che “molti Paesi hanno riformato i propri sistemi previdenziali, riducendo l’intervento dello Stato e adottando vere e proprie soluzioni di mercato. Tali sistemi offrono più scelta agli individui e sono caratterizzati da una maggiore efficienza rispetto a quelli più tradizionali perché permettono di acquistare quei prodotti che riflettono maggiormente preferenze e necessità di ciascuno. Tuttavia, il successo dei sistemi dipende dalla capacità dei consumatori di scegliere nel modo migliore tra le diverse opzioni”. In questo senso, “se si vuole lasciare agli individui la libertà – e la responsabilità – delle proprie scelte, è fondamentale un investimento in campagne volte ad aumentare l’istruzione finanziaria, per far sì che tutti abbiamo gli strumenti per compiere decisioni consapevoli. Altrimenti, c’è il rischio che l’adozione di sistemi simili si accompagni a incrementi nei livelli di disuguaglianza”.
RIFORMA PENSIONI, CONTRATTO DI ESPANSIONE VERSO PROROGA
Come riporta Il Sole 24 Ore, con il Decreto Milleproroghe il Governo intende prorogare per il biennio 2024-2025 il contratto di espansione. “Per gli accordi stipulati dal 1° gennaio 2023 è previsto un ampliamento delle imprese che possono accedere a questo strumento: per il raggiungimento della soglia minima di 50 dipendenti, infatti, si considera valido anche il contratto di rete. Inoltre si dimezza da mille a più di 500 lavoratori la soglia occupazionale necessaria per incrementare la dote pubblica che abbatte i costi dell’ esodo in caso di incremento delle assunzioni”. Secondo la relazione tecnica, saranno 18mila i lavoratori che, essendo distanti 5 anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici, potranno utilizzare li contratto di espansione.
IL NUMERO DI CONTRATTI DI RETE
Il quotidiano di Confindustria evidenzia anche che “è prevista una riduzione dei costi di esodo per le imprese che compiono un’assunzione ogni tre esodati, nel caso in cui almeno il 50% dei neoassunti abbia meno di 35 anni: la riduzione dei versamenti a carico del datore di lavoro, per un importo calcolato sulla base dell’ultima mensilità di spettanza teorica della prestazione Naspi al lavoratore, vale per ulteriori ventiquattro mesi, anziché per dodici mesi”. Tra l’altro, “secondo i dati del Registro imprese delle Camere di Commercio elaborati da InfoCamere, i contratti di rete hanno raggiunto quota 6.154 coinvolgendo oltre 36mila imprese distribuite in tutto il territorio nazionale (il dato è di maggio 2020): si tratta di una platea di micro e piccole imprese che assorbono quasi un milione di addetti, di cui il 98% sono dipendenti”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.