Sicuramente nella Nadef di cui il governo Meloni ha presentato tutti i provvedimenti da adottare per la prossima legge di bilancio, probabilmente si lavorerà a stretto giro anche per la riforma pensioni 2022 che Giorgia Meloni ha fatto già comprendere: ruoterà tutta intorno a quota 41. Ma vediamo in che modo.

Riforma pensioni 2022: dalla Nadef emerge quota 41 “corretta”

Ma da troppi mesi il governo di turno va avanti con giro di parole infatti i 41 anni di contributi sono previsti anche dalla legge Fornero soltanto che questa sarà una misura correttiva che porterà all’età di pensionamento da 61 a 62 oppure a 63 anni nel primo caso sarà una sorta di quota 102 composta da 61 anni più 41 di contributi, invece dei 64 + 38 della normale quota 102.



La seconda opzione invece consisterà in 62 anni più 41 di contributi, sarà una sorta di quota 103. La quota 104 così come la concepisce Giorgia Meloni sarà di 63 anni più 41 di contributi. Che cosa differenzia tutte e tre le fasce? Naturalmente la possibilità di avere un assegno mensile più sostanzioso. Resta comunque fermo il fatto di andare in pensione in forma anticipata 63 anni oppure a 61. naturalmente per chi sceglierà di andare in pensione a 61 anni avrà una decurtazione dallo stipendio del 30%.



Riforma pensioni 2022: la proposta della Ministra Calderone

Chi invece andrà in pensione a 63 anni potrà avere un assegno maggiorato. Ci saranno inoltre incentivi per chi non usufruirà di questo opzione ma resterà qualche anno in più punto questa è l’idea che la sinistra del Lavoro, Marina Calderone a fatto capire le parti sociali dopo i tavoli di lavoro. Dopo la presentazione della Nadef però non c’è stato alcun dubbio, sarà esattamente questa la formula magica per partorire la riforma pensioni 2022.

L’opzione variabile introdotta dalla ministra Calderone da più ampio margine di scelta anche se riduce sensibilmente l’importo percepito ogni mese.