MOLINARI (LEGA) SU QUOTA 41
Secondo Benedetto Della Vedova, “ancor più sbagliato del Reddito di cittadinanza è stato Quota 100”. Ospite del Forum Ansa, il Segretario di +Europa spiega che in tema di riforma delle pensioni la proposta del suo partito è quella “di fissare un’età come quella della Fornero, 67 anni, e prevedere dei meccanismi di flessibilità che comportino una riduzione degli importi, tranne che per lavori usuranti, e quota donna resta. Nella media bisogna rimanere ai quei principi”. Dal suo punto di vista, “non possiamo pensare di mettere tutte le risorse sempre sui pensionati e i pensionandi. So che elettoralmente è più facile, so che votano più pensionati e pensionandi che ragazzi, ma vanno messe più risorse sui giovani. Anche per far sì che restino in Italia. È da matti pensare di usare il Pnrr per altro. Dobbiamo far fare un salto alla capacità dell’Italia di attrarre investimenti”. Al Forum Ansa, invece, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, sottolinea che “Quota 41 costa 4 miliardi e mezzo: questi soldi si possono recuperare dal reddito che costa il doppio”.
LE PAROLE DI MELONI E ZINGARETTI
Ospite della trasmissione “Mezz’ora in più”, in onda su Rai 3, Giorgia Meloni ha detto, come riporta Adnkronos, che in tema di riforma delle pensioni “dobbiamo favorire la flessibilità in uscita, penso ad esempio ad opzione donna, una misura che andrebbe estesa alla platea generalizzata, sempre optando per la pensione contributiva. Come bisogna favorire gli accordi con le aziende per facilitare l’uscita anticipata”. In un articolo pubblicato su The Post International, invece, Nicola Zingaretti ha spiegato che “bisogna combattere per un parlamento che affronti senza timidezza, remore, paure il tema del lavoro. Nel passato con la destra forte, i diritti sociali e i diritti civili non avevano cittadinanza”. In tema di riforma delle pensioni, l’esponente del Partito democratico sottolinea che il suo partito vuole introdurre “una pensione di garanzia, stanziando fin da subito le risorse necessarie a garantire una pensione dignitosa a chi ha carriere lavorative discontinue”.
CALENDA RICORDA L’APE SOCIAL
“Per smentire tutte le chiacchiere, le invidie, le gelosie e le parole al vento, perché rimanga scritto l’impegno a prendere per mano questo Paese. Scripta manent. Ministri e governatori sottoscrivono i 6 impegni su cui ci mettiamo la firma”. Con queste parole, riportate dall’Ansa, Matteo Salvini a Pontida ha lanciato i sei impegni per la Lega in caso dopo le elezioni vi sia un Governo di centrodestra che sono stati sottoscritti da Governatori e Ministri. I sei impegni sono: stop al caro bollette, riforma dell’autonomia, flat tax e pace fiscale, Quota 41 per le pensioni, il ripristino dei decreti Sicurezza, una giustizia giusta. Ospite del Quotidiano Nazionale, Carlo Calenda, in tema di riforma delle pensioni, ha ricordato che l’Italia è “il Paese dell’Ocse che spende più in pensioni rispetto al Pil. Non possiamo permetterci ulteriori aumenti ma dobbiamo tutelare gli anziani con un sistema sanitario migliore e con una forte sburocratizzazione”. Il leader di Azione ha aggiunto che “una misura equa per la flessibilità in uscita già esiste: l’Ape Sociale introdotta dal governo Renzi”.
LE PAROLE DI LETTA
Come riporta Rainews, Enrico Letta, ospite della trasmissione “Mezz’ora in più”, ha detto che “la caduta del governo Draghi è stata una pessima notizia per coloro che stavano andando in pensione perché se non si cambia la legge, scatta di nuovo lo scalone” ed è “un danno pesante per le persone”. Il Segretario del Partito democratico ha spiegato che “nel nostro programma c’è la scelta della flessibilità che dà alle persone la possibilità di scegliere: è il modo migliore per superare tutte le criticità che ci sono”. Come riporta Adnkronos, invece, Claudio Durigon, deputato della Lega, a margine della festa Aepi, in tema di riforma delle pensioni ha detto: “Noi abbiamo già promesso che dopo dieci anni dalla legge Fornero, con nessun Governo che ha mai cambiato nulla e con il Pd che ha sempre bloccato il mercato del lavoro in uscita, avremmo fatto una riforma strutturale con Quota 41”.
LA RIFORMA PENSIONI DELLA CASSA FORENSE
Massimiliano De Toma evidenzia che la Cassa Forense sta valutando una riforma delle pensioni “difficile da comprendere” e “che rischia di mettere in difficoltà ulteriore il comparto. È previsto infatti un aumento dei contributi da versare per gli avvocati a fronte di una contestuale diminuzione delle pensioni future”. Il deputato di Fratelli d’Italia spiega anche che “questa drammatica riforma, nonostante nel 2021 sia stato approvato il miglior bilancio consolidato della Cassa Forense con un patrimonio cresciuto a oltre 15 miliardi di euro, viene portata avanti per rispettare una norma introdotta dal Ministro Fornero, che ha esteso il periodo trentennale della cd. sostenibilità. Il mio impegno sarà quello di far rivedere tale norma rendendola meno stringente”.
LE PAROLE DI DE TOMA
Questo anche per permettere “di utilizzare il patrimonio dell’Ente, in continua crescita, per riacquistare la sostenibilità negli anni in cui dovesse mancare il totale equilibrio tra entrate contributive e uscite pensionistiche, oltre ad intervenire direttamente sui Ministeri vigilanti per evitare qualsiasi iniziativa che possa pregiudicare la Cassa Forense”. Come riporta lavocedelpatriota.it, secondo De Toma “è il caso che la Cassa Forense attenda l’insediamento del nuovo Parlamento prima di approvare una riforma tanto inutile quanto irreversibile che aggraverà la situazione economica già precaria della maggior parte degli avvocati”. L’iter di votazione, iniziato il 16 settembre, dovrebbe concludersi il 28 ottobre.
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