La riforma pensioni 2022 che non è stata trattata entro la presentazione del documento di Economia e Finanza presentato a Palazzo Chigi il 7 Aprile scorso, non ha lasciato più spazio ai tavoli delle trattative fino a quando non è avvenuta la crisi di governo. A quel punto il ministro Andrea Orlando ha dichiarato di voler rendere strutturabile ape sociale e opzione donna, mentre Mario Draghi soltanto il giorno in cui ha presentato il discorso alle due camere per la richiesta di fiducia ha proposito di intervenire in fatto di pensioni.
Riforma Pensioni 2022: taglio del cuneo fiscale dell’1,2%
Di sicuro il lavoro che si sarebbe potuto fare è molto difficile visto che Bruxelles ha dichiarato che l’Italia spende troppo in aiuti previdenziali e ha insistito affinché venisse tagliata la spesa pubblica. Ma con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto aiuti bis, Mario Draghi ha potuto operare il taglio del cuneo fiscale dal 1,2% per i dipendenti con un reddito fino a 35 mila euro sui periodi che vanno dal primo luglio al 31 dicembre 2022 inclusa la tredicesima.
Questo consente di ottenere un ulteriore sconto in busta paga per il secondo semestre.
Riforma Pensioni 2022: l’aumento delle pensioni nel 2022 e nel 2023
A questo punto lo sconto sulle tasse sale dallo 0,8 fino al 2% nel periodo che va da luglio a dicembre 2022. Per il lavoratore è prevista anche una misura di welfare aziendale che prevede 600 euro come soglia esentasse nella quale possono rientrare i contributi contro il caro bollette. Le pensioni però vengono aumentate del 2,2% dal primo ottobre e ci sarà un conguaglio dello 0,2%.
Questo si traduce in un aumento pensionistico del 2,2%, ma dal gennaio 2023 le pensioni potranno essere rivalutate, del resto come abbiamo già spiegato, con l’aumento dell’inflazione, se questa dovesse mantenersi sempre sopra la soglia del 6%, nel 2023 lo Stato dovrebbe rivalutare enormemente le pensioni che potrebbero aumentare anche del 50%.