LA RICHIESTA FNP-CISL SULLA 14ESIMA
A luglio per diversi pensionati arriverà la quattordicesima. Secondo Franco Marcuzzo, Segretario generale della Fnp-Cisl di Belluno Treviso, occorrerebbe una misura di riforma delle pensioni per allargare la platea dei beneficiari, soprattutto “in questo periodo di aumento dei prezzi e delle tariffe”.
Il sindacato dei pensionati aderente alla Cisl ricorda che “la quattordicesima è erogata ai pensionati con un reddito fino 2 volte il trattamento minimo, quindi 1.048,70 euro al mese per un reddito annuale di 13.633,10 euro” e che “bisogna avere 64 anni o compierli entro l’anno (chi li compie dopo il 1° luglio la vedrà erogata a dicembre). Viene poi considerato il reddito delle sole pensioni da lavoro, le cosiddette IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti): per questo non tutti i pensionati con reddito basso la percepiscono. L’importo erogato, infine, dipende anche dagli anni di contribuzione e da se si è stati lavoratori dipendenti o autonomi: si va comunque da un minimo di 336 euro a un massimo di 655”.
LE PAROLE DI PROIETTI
Domenico Proietti ricorda che “la flessibilità in uscita chiesta dai sindacati è un valore a doppio profilo. Quando chiediamo una diffusa flessibilità di accesso alla pensione intorno ai 62 anni, intendiamo semplicemente che lavoratrici e lavoratori devono poter scegliere quando andare in pensione, questo significa anche che chi non ha necessità di anticipare il pensionamento, o semplicemente chi ha voglia di restare in attività può farlo”.
Intervistato da pensionipertutti.it, il Segretario confederale della Uil evidenzia che “i dati sulle sperimentazioni come quota 100 ed ape sociale parlano chiaro non tutti i lavoratori che possono andare in pensione lo faranno esattamente alla prima finestra disponibile. La scelta di andare in pensione è soggettiva ed è legata a moltissimi fattori: la tipologia di mansione svolta, il reddito previdenziale atteso, la situazione familiare o personale, ma anche alle semplici aspettative e attese del pensionando”.
L’IMPEGNO DELLA FIPAC
Come riporta notiziediprato.it, il neo Presidente della Fipac-Confesercenti di Prato, Andrea Landi, ha detto di volere “affrontare il nodo delle pensioni dei commercianti: purtroppo ci sono tante persone che percepiscono meno di mille euro al mese.
Stiamo parlando di persone che hanno lavorato per tutta la vita. Ci impegneremo perché la loro voce giunga al Governo e perché la politica locale così come chi è stato eletto sul territorio, faccia proprie le nostre istanze e le ponga all’attenzione del Parlamento. Le crescenti difficoltà, per la crisi economica in atto, che le fasce più deboli ed in particolare le persone anziane si trovano ad affrontare, sono aggravate da pesanti iniquità alle quali è indispensabile trovare soluzioni immediate”. Intanto, come riporta Askanews, secondo Francesco Tufarelli, direttore generale per il coordinamento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha ricordato che “ci sono delle regole fondamentali da rispettare sul Next Generation Eu, la prima è che si deve dire addio a ogni frattura generazionale, evidentemente non si può pensare di avere fratture tra anziani e giovani, tra pensioni e non pensioni”.
I DATI DELLA COVIP
In base all’ultimo monitoraggio della Covip, come riporta il sito del Sole 24 Ore, risulta che “anche nei primi tre mesi del 2022 il trend delle adesioni alla previdenza complementare si è confermato in crescita, con gli iscritti arrivati a 8,9 milioni. Ma le turbolenze che hanno investito i mercati finanziari non hanno risparmiato le forme integrative: i rendimenti sono stati negativi.
Con un -3,4% per i fondi negoziali, -3,6% per i Fondi aperti e -3,5% nei Piani individuali pensionistici (Pip) di ramo III. Per le gestioni separate di ramo I il risultato è stato marginalmente positivo: 0,3%”. Dai dati emerge anche che “a fine marzo le risorse destinate alle prestazioni siano a quota 210 miliardi, 3,3 miliardi in meno rispetto alla fine di dicembre 2021 per effetto delle perdite in conto capitale determinate sempre dall’andamento dei mercati finanziari. I contributi incassati sono invece cresciuti del 3,4 per cento”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON
Claudio Durigon ricorda che in tema di riforma delle pensioni la richiesta della Lega “è la stessa fatta in sede di superamento della Quota 100. E cioè l’assegno pensionistico a chi ha 41 anni di contributi versati”.
Intervistato dal Tempo, l’ex sottosegretario al Lavoro evidenzia che “ci batteremo per introdurre il principio dei 41 anni. Poi la mediazione politica nella maggioranza e l’interlocuzione tra governo e Bruxelles potrà imporre condizioni e paletti. Questo fa parte del gioco. La cosa fondamentale è rottamare definitivamente la Fornero. E sancire una volta per tutte la soglia di contribuzione necessaria, i 41 anni, per lasciare il posto. Poi si possono introdurre correttivi per alcune categorie”.
LE PROPOSTE PER DONNE E GIOVANI
In tal senso, secondo Durigon, “la parificazione dell’età per l’assegno di anzianità tra uomo e donna non è giusta. Vorremmo inserire nella riforma lo sconto dei contributi a chi ha avuto figli, togliendo un anno ai 41 necessari per ogni ragazzo o ragazza”. L’esponente della Lega ricorda anche che le stime sui costi di Quota 41 variano tra “4,5 miliardi e sei tra il 2023 e il 2025. I dati precisi li ha l’Inps, i miei sono probabilmente spannometrici, ma non si discostano molto dalla realtà”. Per quanto riguarda i giovani, bisognerebbe invece assicurare “per legge un’integrazione a quanto si otterrà a fine vita lavorativa per erogare un importo pari a una volta e mezza l’assegno minimo. Se dopo 20 anni di contributi la somma erogata è sotto soglia va incrementata automaticamente”.
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