L’APPELLO DELL’UICI

Come riporta Ansa, “in vista delle elezioni del 25 settembre l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, la maggiore associazione italiana che rappresenta le persone con disabilità visiva, lancia per prima l’appello alla politica affinché disabili e più fragili tornino al centro dell’agenda aprendo il confronto su una grande piattaforma programmatica di proposte”.



L’Uici “ritiene che i temi della disabilità debbano trovare adeguata presenza e rappresentanza nella prossima campagna elettorale e soprattutto nel prossimo quinquennio di governo del Paese, anche perché la disabilità riguarda in modo diretto o riflesso circa 6 milioni di cittadini italiani. In proposito, ha elaborato una piattaforma di discussione su cui invita a convergere le Federazioni e le Associazioni rappresentative del mondo della disabilità e a misurarsi tutti i raggruppamenti politici impegnati nella competizione elettorale”. La piattaforma programmatica evidenzia molti temi, tra cui “l’adeguamento delle indennità e delle pensioni di invalidità”.



TAJANI E LA RIFORMA PENSIONI ANCHE PER I DISABILI

Intervenuto al programma di La7 “Corsa al voto”, il n.2 di Forza Italia Antonio Tajani ha risposto alle diverse critiche sollevate sulle proposte di riforma pensioni avanzate da Berlusconi: in particolare, l’ex Presidente del Parlamento Europeo si è soffermato sul capitolo delicato delle pensioni per i disabili. «Vi sembra giusto che i disabili prendano delle pensioni misere?Noi vogliamo ridisegnare la politica sociale e ridistribuire meglio i soldi del reddito di cittadinanza», spiega Tajani replicando alla giornalista del Financial Times Silvia Sciorlli Borrell che criticava il rialzo a 1000 euro delle pensioni minime.



«Ti sembra giusto un disabile viva in condizioni disabili e quando moriranno i genitori finisca in un lager, magari anche legato?», sottolinea il n.2 di Forza Italia aggiungendo subito dopo «sembra giusto che un pensionato faccia fatica ad arrivare alla fine del mese?». Occorre «ridistribuire i soldi» e per farlo il metodo scelto dal Centrodestra è quello, oltre alla lotta all’evasione fiscale e all’emersione dal sommerso, di rivedere le regole del Reddito di Cittadinanza «senza fare extra deficit», conclude Tajani. (agg. di Niccolò Magnani)

LE PAROLE DI DELLA VEDOVA

È duro il giudizio di Benedetto Della Vedova sulle proposte del centrodestra, comprese quelle riguardanti i temi della riforma delle pensioni. “Mentre la Flat Tax è una proposta a metà tra riflessione accademica e propaganda pura, visto che non ci sarà mai, le proposte del centrodestra sulle pensioni, da quelle a mille euro ai prepensionamenti, sono balle pazzesche, totalmente insostenibili e cattive sei confronti delle nuove generazioni”, ha detto il Segretario di +Europa ospite della trasmissione televisiva Agorà.

Come riporta Ansa, secondo il sottosegretario agli Esteri, “se aumenti in maniera esponenziale la spesa previdenziale, distruggi le prospettive dei giovani. Ci vuole pelo sullo stomaco, elettoralmente paga, ma io preferisco fare il contrario: occuparmi delle prospettive delle nuove generazioni, magari dettassando il loro reddito, mettendo più soldi sulle borse di studio, pagando l’Università a chi non può permetterselo”. Un giudizio duro, sul quale forse non mancheranno repliche.

L’ANALISI DI BOERI E PEROTTI

In un articolo pubblicato su Repubblica Tito Boeri e Roberto Perotti tornano su un tema piuttosto già discusso in queste ultime settimane: la promessa di Silvio Berlusconi di alzare le pensioni a 1.000 euro al mese.

I due economisti si concentrano in particolare sulle coperture necessarie per varare un simile provvedimento, che potrebbe anche costare circa 33 miliardi di euro. Cercare di ipotizzare un recupero di buona parte di queste risorse da un rimodulazione del Reddito di cittadinanza, secondo Boeri e Perotti, rischia di essere illusorio, perché “sulla carta lo strumento per togliere il RdC a chi rifiuta una ragionevole offerta di lavoro alla sua portata esiste già, ma ha portato sin qui a sanzioni (non alla cancellazione del sussidio!) in non più di un centinaio di casi: questo proprio perché decidere chi può lavorare e chi no non è affatto semplice, e si presta a un contenzioso senza fine”. Il giudizio sintetico dei due economisti è dunque piuttosto netto: “Le coperture della proposta sulle pensioni di Berlusconi sono pura fantasia”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Secondo Claudio Durigon è arrivato il tempo di una riforma delle pensioni definitiva. Infatti, “Quota 100 che ha dato buonissimi risultati, era ideata per poi fare una riforma strutturale del sistema”. L’ex sottosegretario, come riporta Ansa, intervenendo a “Gli Inascoltabili” su New Sound Level, ha ricordato che la Lega propone Quota 41 “perché dopo 41 anni di contributi credo sia giusto andare in pensione, agevolando le donne con una possibilità di andare prima in base anche ai figli, mantenendo anche delle formule di fuoriuscita sempre incentivate tipo opzione donna, e poi anche abbassare l’età della vecchiaia dai 67 a 62-63 anni. Credo sia una riforma accettabile che l’Italia deve mettere come priorità”.

IL COSTO DELLA PROPOSTA

Il deputato del Carroccio evidenzia che tale riforma potrà essere attuata, anche perché “ha un costo di circa 4 miliardi l’anno, non mi sembra una cifra inarrivabile visto che con il decreto aiuti abbiamo messo 17 miliardi”. Per Durigon, “mandare prima in pensione non è un costo, si fanno entrare nel mondo del lavoro giovani, più preparati con le nuove tecnologie così le aziende possono efficientarsi”. Resta da vedere se gli alleati del centrodestra saranno d’accordo. Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, come riporta Il Giornale, ha infatti ricordato che per il suo partito è importante alzare le pensioni a mille euro e che “la copertura delle nostre proposte non arriverà soltanto dalla lotta all’evasione, ma anche dalla revisione del Catasto che consentirà di far emergere il sommerso”.

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