LE PAROLE DI NANNICINI

Secondo Tommaso Nannicini, i dati diffusi dall’Eurostat, che parlano di un’inflazione nell’Eurozona arrivata a maggio all’8,1%, “confermano che l’attuale inflazione non è un fenomeno temporaneo.

L’aumento dei prezzi sta avendo ricadute molto forti sulle famiglie più povere, costrette ad affrontare costi altissimi per i prodotti energetici e alimentari”. Il Senatore del Partito democratico, come riporta Adnkronos, sottolinea che il Pd “è in prima linea per mitigare gli effetti dell’inflazione per le fasce di reddito più basse e per andare incontro alle imprese in difficoltà” e “il decreto Aiuti che ha raccolto molte nostre proposte come il bonus di 200 euro per dipendenti e pensionati è un primo passo in questa direzione, ma ora serve un pacchetto ‘salva famiglie’ per proteggere il potere d’acquisto di salari e pensioni. E serve un accordo con gli altri partiti sul salario minimo. La priorità è mettere i soldi nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori”.



LA RIFORMA PENSIONI DI QUOTA 41 E I DUBBI DELL’OCSE

È la riforma proposta dalla Lega (non da oggi) per evitare la legge Fornero e difficilmente troverà spazio nel Governo Draghi convincendo l’ala di Centrosinistra: eppure la riforma pensioni di Quota 41 resta nel novero delle ipotesi per la nuova legge pensionistica post 2022



Ue e MEF hanno fatto intendere in più occasioni che occorre tagliare ulteriormente sulla spesa pensionistica dopo la Quota 100 e la Quota 102 per cui non vi sarebbe molto spazio per la riforma targata Lega-Ugl. L’Ocse, nel suo ultimo rapporto “Pensions at a glance 2021”ha sottolineato come l’Italia spenda ancora troppo per le pensioni, circa il 15,4% del Pil (dati del 2019, dunque pre-pandemia). Non solo, ha rilevato la stessa Organizzazione internazionale «le diverse opzioni disponibili per andare in pensione prima dell’età pensionabile prevista dalla legge abbassano l’età media di uscita dal mercato del lavoro, pari mediamente a 61,8 anni contro i 63,1 anni della media Ocse». Infine è l’Inps a delineare una spesa per Quota 41 superiore addirittura alla Quota 100: di contro, la legge per il prossimo anno è decisamente in ritardo e occorrerà capire se in Manovra si penserà ad inserire una riforma strutturale o, molto più probabilmente, si attenderà che il nuovo Governo in carica ad inizio 2023 dopo le Politiche possa marcare il nuovo progetto pensionistico. E a quel punto, se la Lega sarà ancora in maggioranza, la riforma pensioni di Quota 41 potrebbe tornare nuovamente e prepotentemente “di moda” . (agg. di Niccolò Magnani)



LA CIRCOLARE INPS SUI COEFFICIENTI ISTAT

Come ricorda Italia Oggi, ora è “possibile calcolare con esattezza una pensione con decorrenza nell’anno in corso, grazie ai coefficienti indicati dall’Istat (riportati nel messaggio Inps n. 4569/2022) che consentono di rivalutare le retribuzioni (i redditi nel caso dei lavoratori autonomi) da considerare per la determinazione della base annua pensionabile”.

Si scopre così che “lo stipendio di 35 mila euro del 2020, in pensione vale 35.665 euro. E quando viene utilizzato per il calcolo della seconda quota, riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 1992, sale sino a 36.022 euro”. Il quotidiano economico ricorda, inoltre, che, “come stabilito dalla riforma Monti-Fornero (legge 213/2011), per il calcolo della pensione, oltre alla quota retributiva, occorre aggiungere una ulteriore quota, determinata con il criterio ‘contributivo’ riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 2011”. Senza dimenticare che “per le pensioni con decorrenza dal 2012 in poi, il calcolo della rendita deve tener conto anche di una ulteriore quota (C), riferita all’anzianità acquisita successivamente al 31 dicembre 2011”.

LA SCADENZA PER I PENSIONATI ALL’ESTERO

Come ricorda l’agenzia Aise, il 7 giugno andrà in scadenza la prima campagna di verifica di esistenza in vita dei pensionati italiani residenti all’estero dell’anno, riguardanti Sud America, Centro America, Nord America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi.

In mancanza delle attestazioni, che possono essere compiute ora anche con il servizio di videochiamata disponibile presso gli uffici consolari e i patronati, “il pagamento della rata di luglio 2022, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 luglio 2022, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di agosto 2022”. Il 14 settembre Citibank curerà la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita relative alla seconda campagna annuale che riguarderà i pensionati residenti in Europa, Africa e Continente australe, ad esclusione dei Paesi Scandinavi e dei Paesi dell’Est Europa.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon, tornando sul tema della riforma pensioni, chiarisce un aspetto importante rispetto alla proposta di Quota 41 fatta dalla Lega negli ultimi giorni, spiegando che è cosa diversa da quella da lui stesso inserita in una proposta di legge e che prevedeva il ricalcolo contributivo dell’assegno.

“Non solo siamo per la quota 41 pura, ossia come direbbero i lavoratori ‘senza se e senza ma’”, ma “vogliamo sia un sistema premiale per le donne che lavorano e hanno figli, dunque per loro verrebbero pensati dei bonus per ogni figlio, e non occorrerebbero nemmeno 41 anni, proprio per andare incontro al loro doppio lavoro dentro e fuori casa che pesa sulle spalle delle donne. Inoltre in una riforma pensioni esaustiva noi saremo per l’opzione donna strutturale”, spiega il deputato leghista in un’intervista a pensionipertutti.it.

RIFORMA PENSIONI, I COSTI DI QUOTA 41

L’ex sottosegretario all’Economia, evidenzia anche che Quota 41 costerebbe “4 miliardi il primo anno, 6 miliardi il secondo anno e 6 miliardi il terzo, abbondando direi che occorrerebbero circa 16/17 miliardi”. Una cifra non certo bassa, ma “per la Quota 100 la Ragioneria mise a copertura circa 20 miliardi, ma con una spesa effettiva attestatasi attorno ai 12”. Durigon chiede poi “perché la Cgil anziché ‘fare le pulci’ a noi e alle nostre proposte passate, fatte per smuovere il parlamento all’epoca del Conte 2 quando noi eravamo all’opposizione e apprezzammo gli scioperi sulle pensioni che non avvennero invece per contrastare la riforma pensioni della Fornero, non si impunta con Orlando per chiedergli di scoprire le carte e dunque comprendere realmente che intenzioni ha il Governo?”.

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