Come sappiamo il governo draghi non è riuscito a ultimare la riforma pensioni 2022 entro la presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF), presentato a Palazzo Chigi il 7 aprile 2022. In quella occasione infatti il governo non accennò minimamente alla riforma pensioni e lasciò l’Italia nel panico più assoluto. Ma cosa accadrà dopo le elezioni politiche 2022 del 25 settembre?



Riforma pensioni 2022: perché nessuno ha avuto il coraggio di farla

Mentre i partiti politici si davano da fare per fare proposte in merito ad una riforma previdenziale, da più lati e richiesta, da parte del governo non ci fu nessuna dichiarazione che potesse placare gli animi punto soltanto il ministro Andrea Orlando dichiarò che era obiettivo del governo e del Ministero del Lavoro superare la legge Fornero.



Quindi c’è chi ipotizzò che la riforma venisse introdotta all’interno della Nadef di settembre 2022, ma la caduta del governo nel luglio scorso ha totalmente cambiato i piani. Da quel momento in poi si è cominciato a fare un calcolo pratico su quelle che potrebbero essere le riforme più facili da attuare. Fermo restando che, non intervenendo con nessuna legge, entrerebbe nuovamente in vigore la riforma pensioni della Fornero, l’unica tra tutte le precedenti a non essere stata abrogata.

L’abrogazione della quota 100 e della quota 102 infatti ha aperto nuovamente le porte alla legge Fornero dell’ultimo governo Monti. La stessa Elsa Fornero ha dichiarato che la sua legge, dal momento che contempla il calcolo contributivo prevalente che diventerà completo per tutte le categorie a partire dal 2030 è difficilmente superabile ma potrebbe essere aggiustata con dei correttivi laddove ce ne fosse bisogno.



Riforma pensioni 2022: cosa accadrà dopo le elezioni del 25 settembre 2022

Ma torniamo al post elezioni politiche 2022, che si terranno in un’unica chiamata il 25 settembre 2022. Cosa faranno i partiti? Premesso che la destra sta recentemente sostenendo la quota 41 che in realtà avvantaggerebbe soltanto 400.000 lavoratori e che costerebbe comunque nove miliardi di euro secondo i calcoli di Pasquale Tridico, che invece propone una pensione a due velocità: assegno ridotto fino a 67 anni e poi assegno pieno conferito una volta raggiunta l’età pensionabile secondo la riforma pesnioni della Fornero.

Tuttavia i sindacati, in particolare quelle della scuola si sono recentemente fatti sentire chiedendo a gran voce di preparare immediatamente una riforma pensioni da proporre dopo le elezioni politiche 2022.

Ormai siamo a un passo dalla verità: mancano poche ore e sentiremo nuovamente le posizioni di coloro che hanno vinto le elezioni. Una volta conosciuto i nomi di coloro che ce l’hanno fatta, spetterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nominare il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri.